L’anno di Leonardo da Vinci

Il 2019 è l’anno di Leonardo da Vinci: in occasione dei 500 anni dalla morte di una delle figure-icona della storia dell’umanità, Virail, la piattaforma ed app che compara tutti i mezzi di trasporto, suggerisce un itinerario in Italia alla scoperta delle opere del Genio vinciano e della sua vita: da Anchiano, dove nacque Leonardo, a Milano dove si fa la fila per ammirare il capolavoro del Cenacolo, senza dimenticare alcune “chicche” come La Scapigliata custodita a Parma e l’Uomo Vitruviano a Venezia.
Per ripercorrere le orme di Leonardo si parte quindi da Anchiano, località alle pendici del Montalbano, collegata a Vinci dall’antico sentiero chiamato Strada Verde. Qui, in un paesaggio ricco di vigne e uliveti secolari, Leonardo trascorse infanzia e giovinezza, ponendo le basi per la sua attività di artista e scienziato.
Per lasciarsi ispirare dal suo genio, si può visitare la Casa in cui Leonardo nacque il 15 aprile 1452, che ospita un’esposizione interattiva dove un ologramma a grandezza naturale riproduce le fattezze di Leonardo e racconta la vita e i rapporti dell’artista con la sua terra.
A Vinci, tra i luoghi che testimoniano la presenza di Leonardo, c’è la Chiesa di Santa Croce, che conserva il fonte battesimale in cui si ritiene che nel 1452 l’artista sia stato battezzato.
Per ritrovare la più antica collezione di modelli delle opere di Leonardo architetto, scienziato e ingegnere, bisogna invece dirigersi al Museo Leonardiano di Vinci: un vero e proprio centro di documentazione sull’opera tecnica e scientifica di Leonardo e comprende anche l’originale sezione espositiva dedicata ai suoi studi sul corpo umano.
Da non perdere una visita alla Biblioteca Leonardiana, centro di documentazione internazionale specializzato nel lavoro di Leonardo da Vinci che conserva più di 13.000 opere, tra cui le  riproduzioni in facsimile di manoscritti, disegni e opere stampate.
Quest’anno Firenze celebra Leonardo, che si formò come artista nella città toscana presso la bottega di Andrea del Verrocchio, con il ritorno in anteprima assoluta del Codice Leicester: fino al 20 gennaio la Galleria degli Uffizi accoglie la mostra “L’acqua microscopio della natura”: il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, a cura di Paolo Galluzzi: i 72 fogli del Codice (1504-1508) possono essere sfogliati grazie ad un innovativo sussidio multimediale, il Codescope.
Sempre alla Galleria degli Uffizi, tappa imprescindibile è la Sala 35 dove si trovano tre opere giovanili di Leonardo da Vinci: Battesimo di Cristo (1470-1475 circa), dipinto insieme al maestro Andrea del Verrocchio; l’Annunciazione (1472), con le ali dell’angelo che ricordano quelle di un rapace; l’Adorazione dei Magi (1481), opera destinata alla chiesa di San Donato a Scopeto ma rimasta incompiuta per il trasferimento di Leonardo a Milano, alla corte di Ludovico il Moro.
Per che vuole invece ripercorrere la vita, le opere e i segreti del Maestro, c’è il Museo Leonardo da Vinci, con un percorso che si snoda attraverso macchine costruite seguendo i disegni di Leonardo, riproduzioni dei dipinti più celebri di Leonardo, video mapping di studi anatomici su un modello di corpo umano.
Nel corso del 2019 Palazzo Strozzi allestirà una mostra dedicata ad Andrea Verrocchio, maestro di Leonardo, esponendo anche il Putto con delfino; in primavera a Palazzo Vecchio arriverà una selezione delle tavole del Codice Atlantico, mentre in ottobre un’esposizione sarà dedicata agli studi di Leonardo per la botanica.
Per i più curiosi, da mettere in conto una visita a Palazzo Vecchio, dove sembrerebbe che dietro le pareti del Salone dei Cinquecento siano nascosti i disegni originali di Leonardo della Battaglia di Anghiari.
Nel 1482 Leonardo giunse a Milano presso la corte di Ludovico il Moro: vi rimase per circa vent’anni, lasciando tracce indelebili come l’Ultima Cena (Il Cenacolo), nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana dal 1637 custodisce invece il Codice Atlantico, la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo da Vinci, che trattano i temi più disparati, dall’anatomia all’architettura.
Ma una delle più belle testimonianze della presenza di Leonardo da Vinci alla corte sforzesca si trova all’interno del Castello: la Sala delle Asse è stata infatti da lui decorata nel 1498 con un finto pergolato, dove i rami intrecciati formano l’emblema vinciano del nodo che forma un cerchio che inscrive una doppia croce: la Sala delle Asse sarà riaperta al pubblico il 2 maggio, a 500 anni esatti dalla morte di Leonardo ad Amboise.
A Milano inoltre si trova al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, la più importante collezione al mondo di modelli leonardeschi, realizzati tra il 1952 e il 1956 da un gruppo di studiosi interpretando i disegni dell’artista.
Per il 500esimo anno dalla morte di Leonardo, il Museo organizza (fino al 13 ottobre) la mostra temporanea “Leonardo da Vinci Parade”: realizzata in collaborazione con la Pinacoteca di Brera, in un insolito accostamento di arte e scienza mette in mostra una ricca selezione di modelli storici ispirati ai disegni di Leonardo accanto ad alcuni affreschi strappati di Brera.
Per scoprire un’altra passione di Leonardo da Vinci bisogna infine recarsi alla Vigna che Ludovico il Moro avrebbe donato all’artista. La vigna, che era di forma quasi rettangolare e si estendeva per un totale approssimativo di 8300 metri quadrati, è situata sul retro della Casa degli Atellani a Milano ed è aperta al pubblico.
Leonardo siamo abituati ad “incontrarlo” quotidianamente sulle monete da un euro, ma per vedere il disegno originale a penna e inchiostro su carta de L’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci bisogna arrivare a Venezia, dove è conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia. Purtroppo, come per la maggior parte delle opere in carta, per motivi conservativi è raramente esposto al pubblico e quindi non è inserito nel percorso abituale di visita del museo.
Con la famosa rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano Leonardo intendeva dimostrare come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio, che rappresenta l’universo, la perfezione divina, e del quadrato, che simboleggia la Terra. L’opera è riconducibile al periodo in cui l’artista era in viaggio per Pavia (1490).
Proseguendo la ricerca delle opere di Leonardo in Italia, bisogna recarsi alla Galleria nazionale di Parma, dove è esposta La testa di fanciulla (detta La Scapigliata), un dipinto a terra ombra, ambra inverdita e biacca su tavola. Il dipinto, forse incompiuto, è avvolto nel mistero per quanto riguarda la datazione (probabilmente 1508), la provenienza e la sua destinazione. Si è anche ipotizzato che l’opera possa essere uno studio per la Leda col cigno andata perduta.
Nel 1514 Leonardo da Vinci partì per Roma, dove si dedicò a studi scientifici, meccanici, di ottica e di geometria. La Capitale dedica al Genio leonardesco il Museo Leonardo da Vinci situato presso la Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma: qui è possibile scoprire le macchine interattive a grandezza naturale realizzate da artigiani italiani seguendo i codici manoscritti di Leonardo, oltre che studi delle sue opere rinascimentali più famose, bozzetti di anatomia umana e video multimediali dell’Ultima Cena, dell’Uomo Vitruviano e del progetto di scultura equestre per gli Sforza. Da non perdere inoltre la mostra permanente Leonardo Da Vinci Experience, in via della Conciliazione: per la prima volta in Italia presenta una riproduzione a grandezza naturale de l’Ultima Cena.
Sempre Roma, ma più precisamente Città del Vaticano: la Pinacoteca Vaticana, facente parte dei Musei Vaticani, accoglie il San Girolamo penitente, un’opera che rivela grande attenzione all’anatomia: è rimasta incompiuta ed è datata agli ultimi anni del primo soggiorno fiorentino di Leonardo (1480): per vederlo bisogna recarsi alla Pinacoteca Vaticana, facente parte dei Musei Vaticani
Leonardo da Vinci muore il 2 maggio 1519, ad Amboise, a 67 anni e si racconta che Francesco I di Francia quando seppe della sua morte scoppiò in un pianto sconsolato: da tre anni l’aveva nominato “primo pittore, architetto e ingegnere del re”.
La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. Adunque queste due poesie, o vuoi dire due pitture, hanno scambiati i sensi, per i quali esse dovrebbero penetrare all’intelletto. Perché se l’una e l’altra è pittura, devono passare al senso comune per il senso piú nobile, cioè l’occhio; e se l’una e l’altra è poesia, esse hanno a passare per il senso meno nobile, cioè l’udito“.

Nelle fotografie: dall’alto, L’Ultima Cena; un’immagine del piccolo centro di Anchiano, luogo di nascita di Leonardo da Vinci; La Gioconda; un autoritratto dell’artista; L’Uomo Vitruviano; un disegno e infine, l’Annunciazione.