Vino: esperienza in cantina

“Bastano 10 minuti in cantina, prima di assaggiare un vino, per rendere un’esperienza di successo oppure sgradevole e tale esperienza può essere trasmessa in maniera esponenziale attraverso il passaparola e i social network”
Si è aperta con la citazione del Master of Wine, Jane Hunt, la conferenza “Enoturismo: dal decreto all’esperienza in cantina” in programma martedì allo stand del Mipaaft di Vinitaly. La presenza del ministro Gian Marco Centinaio, firmatario del Decreto sull’enoturismo, ha permesso di fare il punto sulle strategie messe in campo per regolamentare il settore e promuovere il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo.
Stiamo lavorando – ha affermato il ministro – per promuovere nel mondo il Sistema Italia e creare sinergie importanti tra il mondo agricolo e quello turistico. Ci siamo rivolti a tutti gli operatori del settore per iniziare a regolamentare l’enoturismo, traino importante per portare in primo piano quei territori rurali che meritano di essere conosciuti in tutto il mondo. Vogliamo che i turisti che cercano diversi tipi di esperienza – e sappiamo che sono sempre di più i turisti che arrivano da grandi città come Mosca, Pechino, New York – accanto alle grandi mete d’arte, visitino anche le colline del Veneto, l’Oltrepò Pavese, il Chianti senese e i tanti altri luoghi del vino d’Italia.
Perché in un bicchiere di vino non c’è solo il contenuto che percepiamo con i sensi: dietro a quel bicchiere si possono leggere storie di cantine, famiglie, vigne, paesaggi ed enogastronomia”.

Giovanni Mantovani

A fare gli onori di casa Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
L’enoturismo – ha tra l’altro detto Mantovani – è un tema di grande attualità, che sta diventando una nuova possibilità per il territorio e per il mercato del vino: dietro al consiglio di amici e familiari e ancora prima delle recensioni dei sommelier, l’esperienza in cantina e il rapporto con i produttori sono il secondo criterio più importante nella scelta di un vino. Per questo motivo a Vinitaly, forti dell’esperienza di Expo 2015, stiamo elaborando azioni concrete che permettano alle cantine di porsi come attori di un segmento in costante crescita come quello dei turisti del vino”.
La conferenza è stata l’occasione per approfondire uno dei temi più dibattuti del settore vinicolo: l’esperienza di visita in cantina.
Il Movimento Turismo del Vino Italia si è raccontato attraverso l’intervento del presidente Nicola D’Auria, che ha portato l’esperienza trentennale del movimento e ha presentato l’edizione di Cantine Aperte 2019, in programma il weekend del 25 e 26 maggio.

Nicola D’Auria

Il Movimento Turismo del Vino nasce 27 anni fa grazie all’idea di alcuni sognatori che avevano in mente quello che oggi stiamo finalmente mettendo in atto con il Decreto sull’enoturismo. Ringrazio il ministro Centinaio che ha messo la sua firma sul decreto attuativo, e tutti i nostri presidenti che negli anni hanno lavorato affinché si giungesse a un decreto che inizia a fare chiarezza su un settore lasciato troppo a lungo senza regolamentazione”.
La nostra associazione – ha proseguito D’Auria – raccoglie circa 900 cantine dalla Valle d’Aosta alla Sicilia che rispettano alti standard di accoglienza e porta avanti la filosofia del “vedi cosa bevi”: dare la possibilità agli enoturisti di vedere che cosa c’è dietro a una bottiglia di vino. Per questo ci candidiamo a girare il mondo per raccontare le bellezze dei nostri territori e dei nostri produttori, e chiediamo che le nostre cantine vengano riconosciute come mete turistiche a tutti gli effetti. La prossima edizione di Cantine Aperte sarà la prima grade occasione per toccare con mano quando ribadito nel decreto”.

Giovanni Bastianelli

Il Direttore esecutivo di Enit-Agenzia Nazionale del Turismo Giovanni Bastianelli, ha fornito una panoramica sui flussi enoturistici e sul loro impatto nell’economia del nostro Paese: “A scegliere la vacanza incentrata sul food è il 22,3% dei turisti italiani e il 29,9% degli stranieri. L’interesse è talmente alto da indurre il 23,8 % dei viaggiatori ad informarsi sui ristoranti prima della partenza e una volta a destinazione quasi il 30 per cento trascorre il tempo a scegliere locali in cui gustare le eccellenze italiane”.
Bastianelli ha poi evidenziato come, secondo le vendite dei tour operatori, i primi mesi del 2019 abbiano visto un trend di ulteriore crescita del prodotto enogastronomico in Italia (+5%).
La dott.ssa Roberta Garibaldi, docente universitaria e autrice del Rapporto sul Turismo Gastronomico, ha infine lanciato alcuni suggerimenti per rendere l’esperienza di visita in cantina ancora più attraente: “Dai dati raccolti emerge il desiderio di nuove proposte e servizi che possano arricchire la visita, aprendo una nuova sfida per le cantine: organizzare visite segmentate, che possano soddisfare i diversi profili dei visitatori. A seconda del posizionamento strategico della cantina, si possono prevedere nuove offerte, curate nel servizio e nello storytelling, e magari nuovi allestimenti, con uno sguardo alle nuove tecnologie. Dalla realtà aumentata ai tavoli da degustazione digitali, la tecnologia può affacciarsi per completare l’esperienza prima, durante e dopo la visita e soddisfare i Millennials che diventano un target di interesse”.