Incontro con “Matusalemme”

Matusalemme, l’albero vivente ritenuto il più antico del mondo

Oggi la nostra rubrica, più che un luogo, al momento sconosciuto, ci porta a conoscere quello che potrebbe essere un vero e proprio reperto archeologico della natura, “Matusalemme”, l’albero ritenuto il più vecchio del mondo, un albero la cui germinazione risale al 2832 a.C. e che quindi oggi ha la bellezza di 4.853 anni. Si, avete capito bene, 4 mila e ottocento 53 anni.
Oltre alla sua età, si sa solo che questo albero è un “pino dai coni setolosi”, della specie Pinus longaeva e che si trova negli Stati Uniti, per la precisione nelle White Mountains della California, nella contea di Inyo, ai confini con il Nevada, ad oltre 2500 metri di quota.
E’ in questo luogo, non meglio precisato per proteggerlo da possibili atti di vandalismo, in  una foresta rada, composta da pioppi e da tre diversi tipi di pini, un ambiente particolarmente difficile, che prospera “Matusalemme”, l’albero come detto, più antico esistente sulla terra.

Matusalemme

I pini dai coni setolosi, noti in inglese come bristlecone pines, sono un raggruppamento tassonomico di pini del sottogenere Ducampopinus, alberi che rivestono un notevole interesse per la dendrocronologia e l’ecologia.
A scoprirlo e a datarlo, nel 1957, il dendrocronologo dell’Università dell’Arizona, Edmund Schulman che venne indirizzato verso un albero particolare e ritenuto “solo” molto vecchio, da un ranger della Inyo National Forest”: il ricercatore era alla ricerca di alberi che potessero fornire dati per le sue indagini, alberi sufficientemente vecchi da avere immagazzinato, attraverso i secoli, informazioni utili agli studi sul clima.
Nodosi e contorti, con l’aspetto da sopravvissuti, i vecchi pini registrano infatti dati sul clima molto meglio degli esemplari più verdi e dritti studiati in zone meno aride.

La sezione di un tronco d’albero attraverso la quale è possibile conoscerne l’età

Prima di proseguire tuttavia, ricordiamo che la dendrocronologia è un sistema di datazione a scala fluttuante, basato sul conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi. Il metodo era stato messo a punto dall’americano Andrew Ellicott Douglass nel 1906 e, ancora oggi, viene frequentemente utilizzato in archeologia per la datazione di manufatti lignei.
Tornando al nostro albero, una volta accertata senza ombra di dubbio l’età, Schulman e il suo assistente, decisero di chiamarlo “Matusalemme”, dal nome del personaggio biblico che si racconta abbia vissuto sin quasi a mille anni: non solo, il ricercatore decise anche che raccolti dati, fotografie e ogni elemento utile alla sua indagine, non avrebbe mai rivelato il luogo in cui l’albero si trovava per proteggerlo.

L’abete rosso Old Tjikko, nella tundra svedese, le cui radici si stima abbiano quasi 10 mila anni

E’ vero che esistono organismi ancora più vecchi, come la colonia clonale di pioppi tremuli conosciuta col nome di “Pando”, vecchia di 80.000 anni, o come l’abete rosso Old Tjikko, che vegeta da più di 9500 anni nella tundra svedese, ma in tutti e due i casi sono le radici ad aver raggiunto quell’età, mentre i tronchi sopravvivono pochi secoli, sostituiti alla morte da cloni prodotti dall’apparato radicale.
Nella stessa zona esiste anche un esemplare morto di pino bristlecone, morto ma ancora in piedi grazie alla sua resina: si stima abbia vissuto 10.000 anni.
A contendere il primato a Matusalemme, vi è tuttavia un’altra pianta, una quercia, scoperta nel 2009, da un ricercatore dell’Università di Davis, durante un sopralluogo sulle montagne Jurupa nella contea di Riverside in California.

Il querceto sulle montagne Jurupa nella contea di Riverside in California.

Nonostante l’aspetto quasi anonimo queste querce sarebbero l’organismo conosciuto più longevo in assoluto: le piante di questa colonia avrebbero infatti più di 13 mila anni. Il querceto, largo circa 25 metri (cresce solo 1,2 millimetri all’anno), è costituito da cloni tutti identici, probabilmente originati da uno stesso individuo. Le querce Jurupa, infatti, producono ghiande sterili.
La pianta si trova in un luogo inospitale, tipico delle zone desertiche americane, tuttavia questo non ne avrebbe compromesso l’esistenza in quanto avrebbe trovato un sistema del tutto ingegnoso per sopravvivere ad incendi, freddo estremo delle glaciazioni e tempeste.
Tra gli studiosi però sono tutt’ora in corso discussioni sulla metodologia di misurazione in quanto alcuni di loro contestano ne contestano l’età.

Il Tasso del cimitero della chiesa di San Digain di Llangernyw Conwy, nel Galles del Nord

Anche l’Inghilterra vanta un albero molto “vecchio”: è situato in un cimitero presso la chiesa di San Digain nella città di Llangernyw Conwy, nel Galles del Nord ed è uno dei più importanti alberi del Regno Unito, tanto che nel 2002, in occasione della celebrazione del Giubileo d’oro della regina Elisabetta, è divenuto ufficialmente uno dei cinquanta grandi alberi britannici e di conseguenza iscritto nell’elenco del patrimonio nazionale.
Si tratta di un albero della famiglia dei Tassi con un’età compresa tra i 4000 e i 5000 anni: in questo caso il range è così ampio in quanto, secondo gli studiosi, vi è grande la difficoltà nel determinare l’età per gli alberi di tasso.

Il cipresso iraniano Sarv zoroastriano o Cipresso di Zoroastro

Vi sono poi altri due alberi che si ritiene abbiano più di 4 mila anni: si tratta di due cipressi, scoperti alcuni anni fa uno in Iran e uno in Cile.
Il cipresso iraniano, è forse il più antico essere vivente dell’Asia: è conosciuto anche come Sarv zoroastriano o Cipresso di Zoroastro, il profeta che nell’antica Persia del VI secolo a.C. fondò lo Zoroastrismo, per molto tempo la religione più diffusa dell’Asia centrale.
L’età dell’albero è stimata tra i 4000 e i 4500 anni. Si trova nella provincia di Yazd, ed è monumento nazionale protetto e costituisce una grande attrazione turistica, con una altezza di 25 metri e una circonferenza di 18 metri

“Le Sorelle” del Libano

Ancora ulivi, questa volta a Bacheale, in Libano, dove a circa 1300 metri di altezza si trovano “The Sisters” – Le sorelle – un gruppo di 16 ulivi che si ritiene abbiano tra i 4 e i cinquemila anni.
Secondo alcune leggende i 16 ulivi avrebbero origini bibliche: vengono infatti chiamati anche “Alberi di Noè”, perché si sostiene abbiano fornito il ramo d’ulivo portato dalla colomba che torna a Noè annunciando la fine del diluvio universale. The sisters sono molto care alla gente del luogo che, riunendosi in un’associazione, negli anni è riuscita a mantenerle in buone condizioni nonostante il timido sostegno finanziario del governo. Tuttavia i ministeri della cultura e del turismo le hanno riconosciute come Sito di importanza nazionale, e da allora appaiono su francobolli e banconote libanesi.

Il “Patriarca della Natura” in comune di Luras, nella Gallura sarda

Anche in Italia abbiamo i nostri Matusalemme: secondo il Corpo Forestale dello Stato, l’albero più antico del nostro Paese è un ulivo selvatico di oltre 3 mila anni che si trova nella zona nord est della Sardegna, precisamente in Gallura, nel comune di Luras, tra le colline che si affacciano sul lago artificiale di Liscia ed è conosciuto come il “Patriarca della natura”.
L’albero, per la precisione, si trova nella località di Santu Baltolu di Carana, tra i molti ulivi selvatici millenari presenti ed è, come detto, il più longevo e imponente: si tratta di una varietà di olivo detta “Olivastro”, in sardo “S’ozzastru”, è alto oltre 10 metri ed ha una circonferenza di quasi 12 metri, per la precisione 11 metri e 80 centimetri, con un’età stimata tra i 3500 e i 4 mila anni. E’ stato dichiarato monumento Naturale ed è uno dei 20 alberi secolari d’Italia tutelati da decreto ministeriale.

“S’ozzastru”, a Luras

S’ozzastru”, il cui tronco è particolarmente rugoso, oltre che l’olivastro più antico d’Italia, è considerato anche l’olivo più antico d’Europa: si tratta di una specie spontanea originaria del Medio Oriente dalla quale sono derivate molte varietà di ulivi da olio.
Leggende locali narrano che questo albero era considerato luogo d’incontro degli spiriti maligni e perciò, nei secoli, lasciato in pace dagli abitanti della zona. Nel 1991 è stato dichiarato Monumento Naturale.
Chi fosse interessato, può ammirare e visitare questo splendido albero soprattutto nel periodo estivo, quando vengono organizzate per vederlo, visite turistiche.

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