Peio3000 è plasticfreezone

Dante Alighieri, Audrey Hepburn, Martin Luther King, Walt Disney, Neil Armstrong, Charlie Chaplin finiscono sulle piste da sci trentine e con loro, alcune delle frasi che li hanno resi celebri, messe nero su bianco su maxi-cartelloni che non potranno passare inosservati agli sciatori che popoleranno le piste del comprensorio sciistico di Pejo 3000, in Val di Sole.
L’obiettivo? coinvolgerli nella più grande iniziativa collettiva mai attuata in una skiarea, quella di ridurre il più possibile la quantità di plastica in montagna.

Pejo3000, incastonato all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, è infatti il primo comprensorio al mondo ad aver avviato all’inizio di dicembre 2019 un percorso per diventare plastic free. E in questo iter, è essenziale il contributo degli sciatori.
I pannelli della campagna che abbiamo inaugurato, servono proprio a questo – spiega Simone Pegolotti, direttore di Pejo Funivie – vogliamo sensibilizzare gli sciatori a rinunciare alla plastica, sposando stili di consumo e comportamenti più virtuosi. Gli operatori dei rifugi stanno già facendo molto: dall’inizio della stagione hanno rinunciato a usare bottiglie d’acqua e bibite in plastica, stoviglie monouso, cannucce, bustine di ketchup e maionese. E stiamo già pianificando altre iniziative, più complesse, da introdurre man mano, per intervenire sulle tante potenziali fonti di provenienza delle microplastiche. Ma il contributo dei turisti è essenziale. Il traguardo si può raggiungere solo con uno sforzo collettivo condiviso”.

Intanto, sugli impianti di risalita del comprensorio sono stati installati, come detto, i cartelloni artistici che senz’altro attireranno l’attenzione dei turisti e certamente diventeranno molto popolari fra selfie e social network.
Qualche esempio? “Lasciate ogni plastica, voi che entrate” dice ad esempio Dante sulla cabinovia di Peio Fonti; “Se puoi sognarlo, puoi farlo. Basta plastica”, ammonisce invece Walt Disney alla partenza di una delle seggiovie.
Ridurre la plastica. Un piccolo gesto per un uomo, un grande passo per l’umanità”, rilancia Neil Armstrong in tuta lunare sull’esterno della funivia che porta gli sciatori alle pendici della maestosa Punta Taviela, da dove parte la celebre pista Val della Mite, una delle più lunghe dell’arco alpino e che permette di ritornare fino a 1400 metri senza prendere nuovi impianti.

Siamo certi – osserva Fabio Sacco, direttore dell’Apt Val di Sole – che questa campagna sarà apprezzata dal pubblico e contribuirà ad innalzare il livello di consapevolezza collettivo su un problema che, soprattutto chi risiede nelle valli alpine percepisce come grave e urgente. Non a caso, la Val di Sole arriva a questa iniziativa solo dopo aver avviato, anno dopo anno, una serie di scelte per ridurre l’impronta ambientale sia delle attività turistiche e ricettive, dall’introduzione del primo treno per sciatori Dolomiti Express, già 15 anni fa, a una fitta rete di bus navetta a sistemi di innevamento artificiale alimentati con energia 100% rinnovabili e che usano solo acqua di recupero”.
La decisione di Pejo3000 di diventare la prima ski area plastic free del mondo ha comunque già iniziato a dare i primi frutti concreti. Già quest’anno saranno eliminate 45mila bottigliette in PET, pari a 900 chilogrammi di plastica, 15mila bicchieri, 5000 cannucce e 12mila bustine di ketchup e maionese.

L’obiettivo è ambizioso, tanto che nessuno mai, né in Europa, né a livello mondiale, ci aveva ancora provato: liberare un intero comprensorio sciistico dalla plastica, fonte di inquinamento che danneggia gravemente sia l’ecosistema montano sia gli animali che ne fanno parte.
Dalle analisi scientifiche su uno dei ghiacciai del Parco, è arrivata l’idea e la spinta ad agire: ad aprile scorso, una ricerca dell’università Statale di Milano e di Milano Bicocca, aveva scoperto che il ghiacciaio dei Forni contiene tra i 131 e i 162 milioni di particelle di componenti plastici, un tasso equiparabile a quello dei mari europei. Poliestere, poliammide, polietilene. Una conseguenza sconcertante della presenza umana che ovviamente incide sui gioielli naturali di cui dispone l’arco alpino.

Christian Casarotto

Se le plastiche raggiungono le alte quote, vi rimangono per molto tempo, anche decenni e poi vengono restituite all’uomo sotto forma di danni ambientali e sanitari, entrando nella nostra catena alimentare – spiega Christian Casarotto, glaciologo del Museo delle Scienze MUSE di Trento – le iniziative per contenere la diffusione delle plastiche sono quanto mai urgenti. Tutto l’arco alpino dovrebbe adottarle”.
I vertici dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole hanno quindi deciso di passare all’azione e di spingere sull’acceleratore per concretizzare un’idea che coltivavano da tempo e che la nuova direttiva europea sulle plastiche approvata a giugno non ha fatto che confermare nella sua bontà: hanno così proposto agli operatori di Pejo3000 di fare della proprio ski area, che si sviluppa tra i 1400 e i 3000 metri di altitudine, la prima al mondo che metta al bando i materiali plastici.
Più tappe per una sfida dal basso, “Ci siamo subito resi conto che il lavoro da fare era imponente – rivela Luciano Rizzi, presidente dell’APT Val di Sole, Pejo e Rabbi – ma d’altro canto non volevamo più aspettare, l’economia locale si fonda sul turismo ma questo impone un’attenzione in più affinché le nostre risorse naturali non vengano depauperate. Sono loro il nostro tesoro e lo dobbiamo preservare per i nostri figli e nipoti. Siamo quindi orgogliosi di essere i primi al mondo a fare questo passo, sicuri che ben presto altri seguiranno”.
Impresa tanto più essenziale per una ski area che ha, fra i propri punti di forza, il fatto di essere tra le più adatte alle settimane bianche delle famiglie e di chi ha figli che stanno imparando a sciare. La vacanza sulla neve può infatti diventare un ottimo viatico di buone pratiche da diffondere una volta ritornati a casa.

Il percorso per la ski area plastic free è comunque solo la punta dell’iceberg di uno sforzo per la sostenibilità che è decisamente più ampio e che già vedeva la Val di Pejo all’avanguardia: sul fronte dell’approvvigionamento energetico, da tempo viene utilizzata solo energia rinnovabile grazie a tre piccoli impianti idroelettrici.
Inoltre, la produzione è superiore ai consumi di residenti e utenze commerciali, quindi viene immessa in rete energia verde, contribuendo così all’aumento della quota nazionale prodotta con le rinnovabili.
Per riscaldare le abitazioni, gli alberghi, gli edifici pubblici e le Terme di Pejo si utilizza poi un moderno impianto di teleriscaldamento a cippato, alimentato con gli scarti delle lavorazioni boschive. E per innevare artificialmente le piste si sfrutta solo acqua di recupero.
Per il futuro, è già in programma di sostituire con nuovi mezzi ibridi, i gatti delle nevi che ogni sera battono le piste da sci, per evitare enormi quantità di carburante fossile.
Infine, il discorso certificazioni: il Parco Nazionale dello Stelvio ha finalmente ottenuto la certificazione della Carta europea del turismo sostenibile, che permette una migliore gestione delle aree protette e coinvolge sia i gestori del parco, sia i tour operator, sia le strutture ricettive.
I tre rifugi dell’area sciistica, da parte loro, hanno invece avviato l’iter per ottenere la certificazione di Ecoristorazione Trentina, un marchio assegnato ai ristoranti che dimostrano di attuare azioni per la riduzione del proprio impatto sull’ambiente.