Van Gogh. I colori della vita

Il prossimo 10 ottobre, a Padova, al Centro San Gaetano, verrà inaugurata la mostra dal titolo: “Van Gogh. I colori della vita”: inoltre, la straordinarietà dell’evento è legata anche al fatto che accanto alle 78 opere dell’artista olandese, saranno esposte anche alcune stampe di Hiroshige, il grande artista giapponese della prima metà del XIX secolo. Ed è proprio stando accanto a stampe di Hiroshige che hanno costituito un  fondamentale motivo d’ispirazione per l’artista, che la  mostra  proporrà una delle versioni più famose degli alberi in fiore dell’Olandese.

Van Gogh, dopo avere dipinto, appena fuori Arles, albicocchi, ciliegi, pruni, pereti e peschi si volge, negli ultimi due quadri della serie nella primavera 1888, incluso quello del Kröller-Müller Museum che sarà in esposizione, a un angolo del recinto, probabilmente nella piana della Crau, che confina con un orto di alberi di pero in fiore.
L’entusiasmo per questa tela è testimoniato anche dal fatto che Van Gogh ne parli in una lettera a Émile Bernard del 9 aprile, nella quale disegna in modo dettagliato la scena, unendovi anche delle indicazioni di natura cromatica, oltre che legate al tipo di pennellata

Marco Goldin

All’inizio della primavera 1888, arrivato da poche settimane in Provenza, Van Goghevidenzia Marco Goldin – ha appena finito i quadri dedicati al ponte di Langlois. È allora che dà inizio ad Arles alla sua prima, vera serie. Si tratta delle fioriture, che prendono il via negli ultimi giorni di marzo. Quattordici quadri di vario formato che sembrano essere la prima risposta consapevole alla nuova atmosfera e ai limpidi colori della primavera provenzale”.

Probabilmente sono proprio le stampe giapponesi a ispirarlo nella realizzazione di queste fioriture e non a caso, già a Parigi, nel maggio 1886, aveva letto nella rivista “Paris illustré”, tutta una parte dedicata alla bellezza del paesaggio giapponese anche nel momento della fioritura.
Nel 1887 aveva tra l’altro realizzato in pittura una copia da un pruno in fiore di Hiroshige, autore che resterà sempre il suo maggior riferimento visivo: echi dell’arte giapponese, in quei quadri che terranno occupato Van Gogh per quattro settimane, sono riconoscibili nella scelta di collocare gli alberi al centro della scena, con tutto lo spazio attorno, nel rapporto tra il pieno e il vuoto.

La foga con la quale Vincent lavora alle fioriture nella primavera del 1888, avendo bene in mente i giapponesi, non è che l’inizio di un percorso assai consapevole. Quello che per esempio lo poterà a evocare, in una lettera a Signac esattamente un anno dopo, tutti i motivi che lo legavano al paesaggio giapponese. Non ultimo l’amore per la quasi miniaturizzazione dell’immagine, che egli aveva studiato bene a Parigi nelle stampe che era venuto collezionando. Hiroshige, Hokusai, Eisen e tutti gli altri, soprattutto a partire dal 1887, si affiancano a Millet nel suo immaginario.

I primi acquisti di incisioni a colori su legno giapponesi, Van Gogh li fa poco dopo il suo arrivo ad Anversa: in una lettera a Theo del 28 novembre 1885, gli annuncia di avere “appeso al muro una serie di incisioni giapponesi che mi piacciono molto”. L’anno seguente, una volta giunto nella capitale francese, inizierà a mettere insieme una collezione che alla fine potrà contare su oltre seicento fogli.
Van Gogh. I colori della vita”, promossa da Linea d’Ombra e dal Comune di Padova, con lo sponsor del Gruppo Baccini e curata da Marco Goldin, resterà aperta sino al prossimo 11 aprile 2021.

Precisa Marco Goldin a proposito di questa straordinaria esposizione: “su Van Gogh ho lavorato e scritto, tra l’altro dedicandogli il mio primo romanzo, mentre proprio in questi mesi sto scrivendo una sua grande biografia attraverso le lettere, in uscita per La nave di Teseo a ottobre 2020. Questa mostra, forte di ben novanta opere, con vari musei prestatori e ovviamente al primo posto il Kröller-Müller Museum e poi il Van Gogh Museum, ha l’ambizione di inserire Van Gogh nel flusso del suo tempo, nella precisa relazione con altri artisti che per lui hanno contato. Un’esposizione che dunque non si ferma a una visione esclusivamente monografica, ma presenta l’opera del grande artista olandese con tanti approfondimenti non così usuali da vedersi, e in questo modo colloca quell’opera meravigliosa entro non abituali confini. Dai due anni nelle miniere del Borinage in Belgio, al tempo nel Brabante olandese, fino agli anni francesi che la mostra indaga in modo approfondito”.

Info:
Van Gogh. I colori della vita
Centro San Gaetano – Padova
Dal 10 ottobre all’11 aprile 2021
Orario mostra:
da lunedì a giovedì, dalle 10 alle 18;
venerdì, dalle 10 alle 19;
sabato dalle 9 alle 20 e domenica dalle 9 alle 19;
24 dicembre 2020 – chiuso;
25 dicembre, dalle 15 alle 19;
31 dicembre, dalle 11 all’1 della notte;
1 gennaio 2021, dalle 10 alle 19.
Costo biglietti:
intero 17 euro, ridotto 14.
Prenotazione ingressi:
solo tramite call center (no online),
Tel. 0422 429999
biglietto@lineadombra.it 
info@lineadombra.it
www.lineadombra.it
info@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Nelle fotografie: in Home Page, “Paesaggio al crepuscolo”, 1885, olio su tela; nell’articolo, dall’alto, “La vecchia torre a Nuenen” – 1888 – olio su tela; “Telaio con tessitore” – 1884 – olio su tela; “Il vigneto verde” – 1888 – olio su tela; “Sentiero nel parco” – 1888 – olio su tela;  “Paesaggio con covpni e luna nascente”, 1888 – olio su tela; “Paesaggio a Saint Remy” – 1889 – olio su tela;