Nel borgo di Roccavaldina

U pomadoru ruccaloru

Se vi piacciono i pomodori, magari un po’ diversi dal solito, allora dovete venire nel piccolo borgo di Roccavaldina, in provincia di Messina, terra del “u pomadoru ruccaloru”, che tradotto significa “pomodoro a scocca”, unico del suo genere. Si tratta di pomodorini coltivati senza l’uso di acqua, in terreni forti e argillosi, che conferisce loro un gusto dolcissimo e la peculiarità di conservarsi a lungo, soprattutto grazie alla tecnica di legarli tra loro per il gambo, realizzando dei veri e propri grappoli, per poi appenderli in cantina dove è possibile mantenerli per almeno sette mesi, per essere poi usati èper la preparazione di piatti tipici locali.

L’ingresso dell’Antica Farmacia in via Umberto I°, a Roccavaldina

Ma a Roccavaldina “u pomadoru ruccaloru”, il pomodoro a scocca non è l’unica attrattiva: ad attirare l’attenzione di quanti giungono nel borgo, è soprattutto l’Antica Farmacia.
Si tratta un’antica bottega farmaceutica, una spezieria del XVI secolo, conosciuta in tutto il mondo e che da tutto il mondo vengono per ammirarla.
Una volta entratin nei locali, si potranno ammirare un’infinità di “pezzi” in ceramica e anche se della farmaceutica non capite nulla, questo luogo vi affascinerà: in Italia pare che non ve ne siano altri simili.
I pezzi furono acquistati da un commerciante messinese, tale Cesaro Candia, il cui nome è dipinto su gran parte dei essi. Fu poi Don Gregorio Bottaro a donare parte di questo corredo alla Confraternita del SS. Sacramento di Rocca con l’onere, per quest’ultima, di dare gratuitamente le medicine ai poveri.

Alcuni dei vasi in ceramica per le medicine conservati nell’Antica Farmacia

La collezione è composta da 238 vasi: anfore, albarelli grandi, medi e piccoli, fiasche e brocchette, su molti di essi sono dipinte scene bibliche mitologiche e storiche, tratte da originali bozze degli affreschi di Raffaello nelle Logge Vaticane. Questi pezzi, perfettamente conservati costituiscono un importante contributo per uno studio sull’evoluzione dell’arte della ceramica.
Mancano sui vasi le descrizioni delle scene, ad eccezione di un albarello grande su cui è scritta la dizione “Como Giove si converse in toro e rapì Uropa”.

Uno dei locali dell’Antica Farmacia con alcuni dei quasi trecento contenitori in ceramica

All’interno della Farmacia si trovano altri vasi oltre quelli dei Patanazzi, aggiunti successivamente, di varia fattura, dei mortai, degli alambicchi, un bilancino, dei filtri e altro materiale d’epoca.
Anticamente tutte le farmacie erano infatti dotate di contenitori in ceramica dove venivano conservati tutti i medicamenti in uso per le malattie conosciute. C’è poi una scaffalatura di cui purtroppo non si hanno notizie sulla sua realizzazione.

Ancora un particolare dell’Antica Farmacia

La parte frontale e le scansie laterali, sono originali dei primi anni del 1600 e, in base agli intarsi, gli esperti li fanno risalire proprio all’epoca in cui i vasi furono portati a Rocca.
Il portale d’ingresso in pietra è originale, con la forma ad arco, il cosiddetto “arco di bottega”, col davanzale sporgente per l’esposizione delle mercanzie.
Il portone era di legno, diviso orizzontalmente in due parti, la parte inferiore rimaneva chiusa, aprivano solo la parte superiore per la consegna delle medicine agli acquirenti che restavano fuori, a distanza dai farmacisti, in modo da evitare il rischio di contagio.

Una panoramica del borgo di Roccavaldina: sullo sfondo il golfo di Milazzo

Roccavaldina, è come detto, un piccolo borgo in provincia di Messina, a circa 300 metri d’altezza sul livello del mare, un piccolo paese che tuttavia regala al visitatore anche altre sorprese, a partire dal suo Duomo, la chiesa madre che il paese ha dedicato a S. Nicola di Bari: si trova nel punto più alto del paese dal quale si gode un panorama incredibile sulle isole Eolie e la baia di Milazzo.

Il Duomo o Chiesa Madre, dedicata a S. Nicola di Bari

Il Duomo ha una facciata rinascimentale, semplice, ma fascinosa e un trionfo barocco al suo interno e il tutto si fonde con lo stile tuscanico.
Molto particolari da vedere sono le colonne con capitelli corinzi, la Cappella di San Nicola nell’absidiola sinistra e il coro ligneo ubicato dietro l’altare maggiore.

Il Castello di Roccavaldina

C’è poi il Castello dei Roccavaldina, oggi una struttura privata. Il castello è una maestosa costruzione nata inizialmente come struttura difensiva e successivamente ampliata e adibita a residenza principesca della nobile famiglia dei Principi Valdina. Arroccato sullo scoscendimento di una collina, ne fa uno splendido punto di osservazione del territorio della piana di Milazzo: il feudo dei Valdina.
Il castello è il risultato della complessa fusione di elementi architettonici di stili diversi, mescolati tra loro, ma nel contempo facilmente identificabili, tali da farne un’opera unica nel suo genere, in quanto l’unico castello di stile fiorentino della Sicilia.