Raffaello a Firenze

Presunto autoritratto Raffaello

“Se ne venne a Fiorenza.
Dove arrivato, perché non gli piacque meno la città che quell’opere, le quali gli parvero divine, deliberò di abitare in essa per alcun tempo; e così fatta amicizia con alcuni giovani pittori […], fu nella città molto onorato.

    Giorgio Vasari

Cinquecento anni fa, il 6 aprile del 1520, moriva a Roma il grande pittore Raffaello Sanzio, poi sepolto al Pantheon, sempre nella capitale: oggi, a conclusione delle manifestazioni in occasione dell’anniversario, è stata inaugurata, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, a Firenze, la mostra “Raffaello a Firenze”, che resterà aperta al pubblico sino al prossimo 31 dicembre.

L’esposizione, che prevede una fruizione in piena sicurezza anti-Covid, vuole valorizzare il periodo fiorentino dell’artista, ovvero gli anni in cui Raffaello, già munito di gloria e di onori, tra la fine del 1504 e l’inizio del 1505, si trasferisce nella capitale toscana e vi soggiorna a lungo, fino al trasferimento a Roma nel 1508.

Ad attrarlo, il fervido clima fiorentino del primo Cinquecento, i cui episodi più brillanti sono attestati dalla colossale statua del David, appena posizionata in piazza Signoria, e dal cartone di Sant’Anna di Leonardo, ma anche dai meravigliosi lavori di Leonardo e Michelangelo per la sala del Maggior Consiglio del palazzo civico. L’esposizione è corredata da un catalogo pubblicato da Edifir in uscita a novembre, a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti, con contributi, tra gli altri, di Cristina Acidini e Vincenzo Farinella.

Ritratto giovane donna

La mostra ruota attorno al Ritratto di giovane donna in busto, un prezioso disegno oggi al Palais des Beaux-Arts de Lille, risalente agli anni fiorentini di Raffaello ed emblematico dell’intenso dialogo intrattenuto con i grandi artisti incontrati in città, primo fra tutti Leonardo: si tratta di un prestito eccezionale, attraverso il quale il Comune di Firenze vuole onorare il genio di Raffaello, ricordando l’ambiente artistico e culturale dei primi anni del Cinquecento, quando Firenze fu ‘scuola del mondo’.
Intorno all’opera, proiettato sulle pareti della Sala d’Arme, un racconto multimediale permette di ripercorrere gli anni che hanno inciso profondamente sulla formazione dell’artista urbinate, introducendo significativi cambiamenti nel suo stile.

All’iniziativa si affiancano percorsi guidati nel centro storico, sui luoghi correlati al soggiorno del pittore, definiti d’intesa con l’Ufficio Patrimonio Mondiale dell’amministrazione civica, sempre in assoluta sicurezza: si terranno tutti i sabati e tutte le domeniche alle 15, da sabato 7 novembre sino alla fine di dicembre (prenotazione obbligatoria al numero 055 2768224 o alla mail:
info@muse.comune.fi.it

A Firenze Raffaello arriva in anni di grande fermento per la città al fine di completare la sua formazione e ottenere importanti committenze. Il dialogo intenso avuto qui con gli artisti del tempo, tra cui Fra Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Baccio d’Agnolo, Andrea Sansovino, i Sangallo, ma soprattutto con Leonardo e Michelangelo, apre la strada all’introduzione di importanti cambiamenti nel suo stile. Ne condizionerà sicuramente la costruzione dei personaggi, i rapporti tra le figure, la rappresentazione del movimento, oltre a sviluppare un’attenzione maggiore ai valori atmosferici e cromatici. Al contatto con l’ambiente fiorentino si deve anche la maturazione di una struttura compositiva più salda e sintetica che si compenetra con il linguaggio descrittivo e tattile acquisito negli anni della formazione insieme all’armonia compositiva e alla luminosa tavolozza, raggiungendo una straordinaria sintesi tra immagine ideale e immagine reale.

Lo riconosceva anche Giorgio Vasari ammettendo: né tacerò che si conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò e abbellì tanto la maniera, mediante l’aver veduto molte cose e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcune cosa con quella prima […]” 
Giorgio Vasari

Valentina Zucchi

Il mito di Raffaello ha ben presto travalicato la storia – dichiara Valentina Zucchi, curatrice del progetto e responsabile della mediazione culturale di MUS.Etuttavia, è indubbio che le sue opere donino a chiunque le osservi, da cinque secoli, la vertigine alta e pura dell’incontro con l’arte. L’omaggio che la città di Firenze dedica a Raffaello nell’occasione del cinquecentenario della sua morte, riferito in particolare modo agli anni in cui l’artista si stabilisce in città, si pone come una pregevole occasione non solo per gustare la squisita finezza dei suoi disegni e la limpida qualità dei suoi dipinti, ma anche per beneficiare, in questo periodo così cupo, del ristoro più profondo e più autentico che la cultura può offrire a ciascuno di noi.”

Sergio Risaliti

In un momento così drammatico e oscuro, risplende l’astro di Raffaello – afferma Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento e co-curatore della mostrail progetto espositivo che oggi inauguriamo aggiunge un cammeo di prezioso valore alle tante manifestazioni dedicate all’”angelica farfalla”, l’artista apparso come un essere divino alla sua epoca. Il disegno di giovane fanciulla, voltata di tre quarti, in prestito eccezionale dal Museo di Lille, è un assoluto che risplende di una luce speciale in Sala d’Armi e contrappone la grazia e la venustà femminili al clamore cacofonico del nostro tempo, ferito da fatti atroci che aggiungono angoscia a disperazione per una crisi sanitaria ed economica senza precedenti”.

Info:
Raffaello a Firenze
Palazzo Vecchio, Sala d’Arme
Firenze
Dal 31 ottobre al 31 dicembre 2020
Orari:
tutti i giorni, dalle 9 alle 19; il giovedì, dalle 9 alle 14
Biglietti:
Il biglietto è incluso nell’ingresso a Palazzo Vecchio. Gli accessi al museo sono contingentati per ragioni di sicurezza; si consiglia vivamente la prenotazione on line sul sito ufficiale:
http://bigliettimusei.comune.fi.it
www.musefirenze.it