Un caldo inverno in Israele

Le feste sono ormai alle spalle, ed è tempo di iniziare a programmare il prossimo viaggio per il 2019! Dove? Ovviamente in Israele, dove il sole splende anche in inverno!
Tra gli altri appuntamenti, sia sportivi che culturali, ricordiamo che è ufficialmente iniziata anche la stagione delle maratone e il prossimo mese sarà il turno di Tel Aviv per ospitare decine di migliaia di corridori, mentre Gerusalemme si animerà con il festival Shaon Horek. Non mancheranno anche eventi musicali e culturali tra il Mar Morto ed Eilat.
Ed ecco alcuni tra gli altri appuntamenti, ad iniziare dai lunedì sera di febbraio, quando Gerusalemme ospiterà gli eventi dello Shaon Horef, il festival culturale organizzato dalla Youth Authority cittadina, giunto quest’anno alla sua quinta edizione: nel centro città si susseguiranno eventi, spettacoli teatrali, concerti, workshop e mostre, per un totale di oltre 100 eventi all’insegna della cultura e dell’intrattenimento.
Anche i musei israeliani già si animano di grandi eventi e allora ecco le prime mostre di questa prima parte dell’anno nelle due sunny cities Gerusalemme e Tel Aviv.
Gli amanti dell’archeologia guarderanno con particolare interesse a Finds Gone Astray, la mostra del Bible Lands Museum di Gerusalemme che raccoglie tutti i reperti storici trafugati dal 1968 a oggi e ritrovati in un secondo momento dalla Civil Administration.
L’esposizione consiste in una vasta selezione di 40.000 reperti confiscati, di forme e dimensioni diversi ma accomunati dal loro valore inestimabile. Prima di essere catalogati ed esposti sono stati tutti restaurati, dato che in più di un’occasione i ladri non hanno dimostrato la stessa cautela di un archeologo professionista.
Per mettere le mani su di una simile quantità di materiali, si è dovuto ricorrere a metodi polizieschi “da film”, con appostamenti notturni, pedinamenti e arresti a tappeto. Ora i risultati di queste operazioni, oltre che essere ben visibili nelle sale del museo per la prima volta in assoluto, saranno anche stampati in un catalogo, frutto di un grandissimo lavoro di inventario e fotografia che permetterà alle generazioni successive di godere di questo vero e proprio tesoro.
Di tutt’altro genere sono invece le mostre che animeranno l’Eretz Museum di Tel Aviv, tutte dedicate alla fotografia.
Fino al 2 febbraio sarà possibile visitare in contemporanea le due mostre Local Testimony e World Press Photo, entrambe legate al mondo del fotogiornalismo.
La prima raccoglie 170 foto e 7 video scelti da una giuria tra gli oltre 7.000 lavori di 350 fotografi professionisti, mentre la seconda, il World Press Photo, è un evento annuale e itinerante, nato in Olanda negli anni ’50, che quest’anno porta in Israele il lavoro dei migliori fotoreporter internazionali, inclusi i grandi scatti del New York Times e di National Geographic.
Resterà aperta fino ad aprile, invece, la mostra I Captured the Truth dedicata a David Rubinger, il grande fotoreporter israeliano scomparso lo scorso anno. Nei suoi scatti ha raccolto tutti i momenti salienti (senza tralasciare i più drammatici), che hanno portato alla nascita del moderno stato di Israele. L’esibizione mette in bella mostra i lavori più noti accanto a quelli meno conosciuti, per ricostruire efficacemente oltre cinquant’anni di carriera dietro l’obiettivo.

Fare market hopping è poi un ottimo modo per scoprire le due sunny cities Gerusalemme e Tel Aviv, lasciandosi guidare da street food, prodotti tipici, gioielli, souvenir e molto altro, vivendo appieno le due vivaci città in maniera autentica.
Il punto ideale da cui partire è il Mahane Yehuda di Gerusalemme, il mercato più grande della città: situato tra Agrippa Street e Jaffa Road, durante il giorno offre prodotti alimentari locali e ogni genere di souvenir, mentre la sera si trasforma nel cuore della vita notturna della città, grazie ai suoi numerosi bar e ristoranti. Il shuk propone interessanti spunti anche da un punto di vista artistico: è infatti curioso scoprire le serrande dei negozi abilmente decorate da artisti israeliani.

Proseguendo nell’esplorazione, non può mancare una tappa all’Old City Market, il mercato che si snoda lungo le caratteristiche vie in pietra della Città Vecchia. Qui, tra tessuti, gioielli e soprammobili, è impossibile non trovare il regalo giusto!
La Bezalel Arts Fair è il luogo ideale per chi ama l’artigianato: ogni venerdì a Bezalel street, oltre 150 artisti locali espongono le proprie opere, da quadri e sculture fino a gioielli, fotografie e molto. Aperto da soli tre anni, questo mercato richiama già oltre 10.000 persone a settimana.
Emek Refaim street, la via più trendy della città, è un altro luogo imperdibile, non solo per le sue boutique e i bar, ma manche per mercatini ed eventi che si tengono in questa zona, in particolare il venerdì mattina, quando viene allestito il Farmers and Craftsmen Market, un’incredibile esposizione di prodotti artigianali
Anche a Tel Aviv non mancano i luoghi dove cercare il souvenir perfetto per portare a casa un ricordo di Israele.

Il Carmel Market è il più grande mercato di frutta e verdura della città: al suo interno si possono trovare tuttavia anche capi d’abbigliamento, oggettistica e fiori freschi.
Fiore all’occhiello sono poi i banchi di street food, dove provare il meglio della cucina israeliana di strada, come falafel, sabich e tahini con pane laffa; Shwarama, Hummus e Bourekas e scoprire ristoranti che propongono piatti preparati con gli ingredienti freschissimi del mercato.
Certamente meno conosciuto dai turisti, è il Levinsky Market, una vera e propria chicca locale per cibo Mizrahi, spezie, ristoranti e caffè: si trova a pochi passi dal quartiere di Florentine, uno dei più amati da hipster e creativi in città.

Il flea market di Jaffa, attivo da oltre 100 anni, è un’altra tappa immancabile di ogni viaggio a Tel Aviv dove perdersi tra vintage, antiquariato, accessori fatti a mano, chi più ne ha più ne metta, nei negozietti affacciati sulle stradine di uno dei quartieri più affascinanti della città.
Il Namal Food Market è il primo mercato al coperto di Israele con specialità gastronomiche di produttori locali. I negozi intorno al mercato, situati all’interno di hangar riconvertiti propongono principalmente gastronomia e abbigliamento.
Per abbinare architettura, shopping e buon cibo, vale la pena fare una sosta al Sarona Market,  situato in un complesso recentemente rinnovato nel distretto finanziario della città.  La struttura nasce dalla ristrutturazione di 33 edifici originali dei Templari di oltre 140 anni fa e ospita oggi boutique, negozi artigianali, gallerie d’arte, caffè e alcuni dei migliori bar e ristoranti della città.
Il mercato Nahalat Binyamin (martedì e venerdì), è invece una tappa da non perdere per trovare prodotti originali realizzati da artisti, artigiani e designer locali, proprio come la Bezalel fair di Gerusalemme.
E ora la musica,m con il Winter Red Sea Jazz Festival, la rassegna dedicata alla musica jazz che anima la città di Eilat, che si terrà quest’anno dal 14 al 16 febbraio presso l’hotel Agamin della catea Isrotel. L’evento, edizione invernale dell’omonima manifestazione che si svolge ogni agosto, è un importante punto di incontro tra la cultura israeliana e le principali correnti contemporanee della musica jazz
Il Red Sea Jazz Festival è nato nel 1987 con un duplice intento: promuovere la scena jazz locale, già di per sé molto attiva, e al tempo stesso permettere agli spettatori di godere del relax e del divertimento che Eilat offre.
Grazie al giusto mix di artisti internazionali e locali, il festival è diventato un’istituzione mondiale e richiama oggi importanti nomi della scena jazz globale. Ogni serata ospita un concerto diverso, seguito sempre da un’entusiasmante jam session tra musicisti di tutto rispetto.

Tra i numerosi musicisti internazionali che parteciperanno all’edizione 2019 del festival, i più interessanti sono sicuramente l’Harold Lopez-Nussa Trio da Cuba, la Jazz band Mlynarski-Masecki dalla Polonia e il bassista-prodigio Michael Pipoquinha dal Brasile.
Harold Lopez-Nussa, 35enne cubano, è un rinomato pianista che unisce ai fondamentali dell’improvvisazione jazz il ricco repertorio folkloristico della sua terra, fatta di religione, di emozioni e di numerosi richiami alla cultura africana.
La jazz band Mlynarski-Masecki, che vanta un repertorio distribuito su oltre 20 album, riprende la scena jazz polacco-ebraica del primo dopoguerra ed è proprio a quel periodo storico che guarderà per la sua esibizione a Eilat. Il leader della band Marcin Masecki si esibirà poi in un nuovo spettacolo dal titolo Ragtime, che riprenderà i lavori dei primi decenni del ‘900 di due suoi celebri conterranei: Adam Aston e Henryk Wars. Insieme a lui ci sarà il batterista Jerzy Rogiewicz.
Il bassista brasiliano Michael Pipoquinha, terzo artista di punta di questa edizione del festival, ha solo 22 anni ma è già considerato un vero e proprio prodigio da tutti gli addetti ai lavori. Divenuto famoso grazie a Internet quando aveva solo 13 anni, oggi Pipoquinha ha trovato un suo personalissimo stile che lo accomuna ai grandi del basso elettrico e che contamina la musica pop con il jazz e la world music.
Maggiori informazioni e il programma completo del festival sono disponibili al sito: https://en.redseajazz.co.il/
Per informazioni e per prenotare un soggiorno a Tel Aviv e Gerusalemme:
www.citiesbreak.com