Birdwatching in Camargue

Falco di palude

Un falco di palude sorvola alto lo stagno scrutando ogni minimo movimento, pronto ad avventarsi sulla preda: le folaghe, i germani, le avocette, le pittime, avvertono il pericolo ed emettono grida d’allarme a tutta la palude.  Ma il falco decide di cambiare zona di caccia e si allontana: e allora la quiete ritorna sullo stagno.
Anche gli svassi, nascosti tra le canne, hanno osservato la scena e rinfrancati dal cessato allarme – il falco è ormai un puntolino all’orizzonte – tornano ai loro nidi.

Sulla sponda opposta del canneto un uccello dal manto bianco passeggia nello stagno con eleganza: è una gazzetta. Poco più in la, nel fango, un cavaliere d’Italia, dalle lunghe zampette rosse e dal piumaggio bianco e nero, avanza conficcando, a tratti, il suo lungo becco qua e là nel fango, alla ricerca di vermi.
Ancora più distanti, le inconfondibili sagome dei fenicotteri e un frenetico va e vieni di ali di gabbiani, anatre, forse messi in apprensione ancora una volta, dal passaggio di un rapace.
Questo è un momento qualunque di una qualunque giornata di primavera in Camargue.

Siamo ad un passo dall’affollatissima Costa Azzurra, a pochi chilometri da Marsiglia, in una delle regioni più affascinanti di Francia,  tra i maggiori paradisi ornitologici d’Europa.

Gallina prataiola

Situata nel delta del Rodano, tra i due rami del fiume, la Camargue è una vasta pianura alluvionale fatta a triangolo la cui base è il litorale (di quasi 100 chilometri), di finissima sabbia che la separa dal mare. E’ una terra dai confini mutabili, sempre modificabili dall’acqua, che ogni anno crea e distrugge isole e litorali.
Come detto in precedenza, è una delle più grandi zone umide d’Europa, dove vivono quasi 400 specie di uccelli e dove, ogni inverno, ve ne svernano altre decine di migliaia.

Nel 1970, in questa zona, è stato istituito il Parco che, oltre alle riserve integrali della Camargue, comprende anche le riserve “des Imperiaux” e il “Tour del Valat: la sua fama è dovuta probabilmente anche all’equilibrio raggiunto tra la protezione dell’ambiente, la natura esuberante e le tradizioni popolari.
La riserva della Camargue si divide in tre zone distinte, quella degli stagni e delle paludi, con una profondità dell’acqua tra i 20 e gli 80 centimetri, l’ambiente preferito dagli uccelli migratori o nidificanti; le sansouires, acquitrini di acqua salmastra, dove in estate pascolano tori e cavalli e infine, i boschi, che rappresentano sicuramente una piccola parte della Camargue, ma che rivestono una grande importanza dal punto di vista ecologico.

Pittima minore

Ma torniamo al cuore della riserva, allo stagno Vacares, ad esempio, dove, al calar del sole, è possibile ammirare migliaia di anatre planare sull’acqua in cerca di cibo e voli di pittime, ( uno degli uccelli più famosi al mondo ed entrato nel Guinness dei primati, per aver coperto una distanza di oltre 11 mila chilometri, dalla Nuova Zelanda all’Alaska, senza mai fare una sosta).
Gli ampi spazi a disposizione, fanno di questa zona umida uno dei luoghi più adatti alla sopravvivenza di centinaia di specie uccelli, con esigenze diverse.
Ecco quindi tra le diverse specie presenti, oltre alle pittime, pettegole, ovocette, beccacini, gabbiani e fenicotteri. E ancora, ecco l’airone rosso e il guardiabuoi; la nitticora, la garzetta, il torabuso, il Cavaliere d’Italia, il grucione, il chiurlo, il cigno, la cicogna.

Beccapesci

E ancora, il meraviglioso picchio muraiolo e il sordone, presenti però solo in inverno, quando migratori come l’aquila minore, l’aquila reale, l’aquila di Bonelli, il gufo reale e l’allocco, tanto per citarne alcuni, non sono ancora arrivati.

Per osservarli è indispensabile un buon binocolo, anche se non sempre è necessario il completo isolamento per fare delle buone osservazioni.
A volte infatti può capitare di non vedere quasi nulla o molto poco nei posti più tranquilli ed isolati e poi trovare gli stagni nei pressi delle strade e dei sentieri gremiti di uccelli a dispetto della presenza di tanti turisti.
La Camargue è dunque una meta da raccomandare senza esitazioni a chi ama i grandi spettacoli della natura, ma soprattutto agi appassionati di birdwatching e caccia fotografica.

Arles, panorama

Luogo di partenza per una visita, tra gli altri, è la città di Arles, capoluogo della Camargue, città in cui scelse di vivere gli ultimi anni della sua vita il grande pittore Vincent Van Gogh, che ormai al limite della sua follia trovò proprio ad Arles il suo periodo più creativo nel corso del quale dipinse senza sosta lasciando a noi più di 300 quadri.
E furono i colori in cui si trovò immerso che lo cambiarono profondamente: “La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione, rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino . . .” lasciò scritto.

Per capire cosa volesse dire il grande artista con quelle brevi parole, chi arriva ad Arles in un giorno di sole, basta che salga sulla terrazza della chiesa di Notre-Dame-De-La-Major, e guardi all’orizzonte: ecco il grande anfiteatro e il teatro romano con i tetti ocra e rossi delle case; l’immensa campagna e il fiume Rodano, sino alla Camargue e il mare.