Cappuccini: l’arte nei conventi

Interessante appuntamento dal 14 giugno a Taormina, nei due piani di Palazzo Ciampoli, dove apre al pubblico la mostra “Umiltà e splendore. L’arte nei conventi cappuccini del Valdemone tra Controriforma e Barocco” organizzata e prodotta dal Parco Archeologico Naxos Taormina in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina, cui è affidata la responsabilità scientifica, e promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e dall’associazione Intervolumina: La mostra è visitabile, gratuitamente, sino al prossimo 14 settembre.

Con la direttrice del Parco, l’archeologa Gabriella Tigano, lunedì 13 giugno saranno Mirella Vinci, Soprintendente BBCC di Messina; Padre Luigi Saladdino, Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Messina, e Giuseppe Lipari, Presidente dell’associazione culturale “Intervolùmina”. Mentre Stefania Lanuzza, ideatrice del progetto, e Virginia Buda – storiche dell’arte della Soprintendenza di Messina, – illustreranno il percorso espositivo. Saranno presenti il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, responsabili e vertici delle decine di istituzioni che hanno prestato le opere, storici dell’arte e ricercatori esperti del periodo in esame.

Una fase dell’allestimento della mostra

La mostra di Palazzo Ciampoli, nelle due parole “Umiltà e Splendore – ha precisato l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonàesprime la bellezza semplice e immediata dell’arte sacra custodita nei conventi dei Cappuccini. Un’esposizione unica sia per la qualità delle tele esposte che per gli interventi di restauro e le rivelazioni che il temporaneo asporto dai siti originari ha consentito. Iniziativa strategica di grande respiro che apre alla conoscenza di un importante spaccato artistico del Valdemone, nel periodo a cavallo del Barocco. Una grande esposizione – aggiunge l’assessore Samonà – che sancisce la centralità di Palazzo Ciampoli nella geografia dei luoghi della cultura siciliani, collocandosi in un particolare contesto internazionale, qual è Taormina, dove l’offerta di beni culturali spazia dall’archeologia all’arte moderna e contemporanea”.

La direttrice Gabriella Tigano con le storiche XStefania Lanuzza e Virginia Buda

Sulla molteplice valenza del progetto espositivo di “Umiltà e splendore” interviene Gabriella Tigano: “Siamo particolarmente orgogliosi – spiega la direttrice del Parco Naxos Taormina – di aver prodotto questa mostra sull’arte nei Conventi Cappuccini. Si tratta di un progetto unico e irripetibile che consentirà di avere riuniti a Palazzo Ciampoli capolavori semisconosciuti o addirittura mai esposti al pubblico provenienti da eremi remoti, chiese raramente aperte, sacrestie, magazzini dei musei. Una grande opportunità di studio e approfondimento per gli storici dell’arte, che potranno esaminare da vicino opere mai pubblicate o definire con certezza attribuzioni ad autori del tempo; ma anche un’occasione per fare un check-up sullo stato di conservazione di tele e pale d’altare perfezionare interventi di restauro o programmarne nuovi per garantire anche alle future generazioni la possibilità di godere del grande patrimonio artistico della Sicilia”.

Una trentina le opere incluse nel percorso espositivo che tra i punti di forza può contare sulla presenza di cinque grandi pale d’altare, di non facile movimentazione, che provengono dalle chiese cappuccine di alcuni centri collinari della Sicilia nordorientale e dall’entroterra etneo. Per la prima volta si potrà consentire al pubblico di apprezzare attraverso un approccio ravvicinato queste opere straordinarie, solitamente visibili a distanza e con l’inevitabile filtro di altari e tabernacoli lignei che ne impediscono una visione integrale.

 

Tra le tele eseguite da artisti di fama internazionale per i cappuccini del Valdemone, grazie alla mediazione dei generali dell’Ordine e alla munificenza del ceto aristocratico siciliano del tempo, spiccano la preziosa Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara, dipinta da Scipione Pulzone nel 1588 per la chiesa di Mistretta, opera cruciale per i contenuti della manifestazione e modello iconografico che incarna i dettami della Controriforma, e la scenografica Trasfigurazione realizzata per i Cappuccini di Randazzo, nella prima metà del Seicento, dal pittore parmense Giovanni Lanfranco, tra i più noti esponenti della pittura barocca italiana.

Si segnala inoltre il caso della Madonna degli angeli e santi francescani del Convento di Pettineo, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo restauro che – per la gioia degli studiosi – ha svelato anche la firma autografa e la data di realizzazione sinora nascoste dalla imponente cornice.

I prestiti provengono dal MuMe (Museo regionale interdisciplinare) di Messina, dal Museo Fra’ Gianmaria da Tusa di Gibilmanna, dalla Pinacoteca Zelantea di Acireale, dal Museo civico di Castroreale e dai conventi di Adrano, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Catania, Francavilla di Sicilia, Gibilmanna, Messina, Milazzo, Mistretta, Naso, Pettineo, Randazzo, Tortorici, Tusa e Troina. Tra gli artisti in mostra i nomi più noti sono Scipione Pulzone, Durante Alberti, Giovanni Lanfranco, Mathias Stomer, Guglielmo Borremans, Onofrio Gabrieli, Giacinto Platania e i frati Feliciano da Messina e Umile da Messina.

Quattro le sezioni espositive: le prime tre sono scandite da scelte iconografiche caldeggiate dall’Ordine (la natura umana e divina di Cristo; la Madonna degli Angeli; figure di santi e sante cari ai frati cappuccini siciliani: San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e poi le popolarissime Sant’Agata e Santa Lucia); la quarta sezione è dedicata ai frati Umile e Feliciano da Messina, al secolo rispettivamente Jacopo Imperatrice e Domenico Guargena: entrambi frati cappuccini ma con una formazione artistica di alto spessore essendo cresciuti nelle botteghe del pittore caravaggesco Alonso Rodriquez e del fiammingo Abramo Casembrot, maestri indiscussi della pittura del Seicento a Messina. In mostra anche una preziosa selezione di volumi appartenenti al fondo antico della Biblioteca dei Cappuccini di Messina e coevi ai materiali artistici.

Spiega la curatrice, la storica dell’arte Stefania Lanuzza: “In un arco temporale che va dalla fine del ‘500 sino ai primi decenni del ‘700 sono state selezionate quelle opere che documentano i mutamenti epocali, gli orientamenti stilistici e la varietà degli idiomi parlati dagli artisti apprezzati nel viceregno spagnolo. Un itinerario trasversale che affronta i contenuti religiosi trascorrendo dal rigore delle canoniche composizioni controriformate all’efficacia narrativa dei testi d’intonazione caravaggesca, per approdare alle ariose atmosfere della pittura barocca senza tralasciare le diverse declinazioni dei temi messe in atto dai pittori stranieri attivi nell’isola e da quelli autoctoni. In tal modo si offrirà uno spaccato della cultura artistica seicentesca penetrata nei cenobi cappuccini attraverso il confronto tra le splendide tele eseguite da figure di spicco del panorama pittorico nazionale (Scipione Pulzone, Durante Alberti, Mathias Stomer, Giovanni Lanfranco) e la produzione di alcuni artisti cappuccini formatisi presso rinomate botteghe messinesi”.
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