Dicò: la “Libertà” di Putin


In via Moscova, a Milano, pieno centro cittadino, la mattina di giovedì, 1 dicembre, è comparsa una statua misteriosa alta oltre 2 metri e 50 raffigurante la Statua della Libertà, simbolo di New York e degli Stati Uniti, di colore fucsia con macchie di vernice lungo tutta la tunica e non solo: c’è tuttavia un dettaglio particolare, al posto della Dea Ragione, compare il volto di Vladimir Putin, mentre al posto della fiaccola la mano destra della statua tiene una pistola puntata verso il cielo.

Nelle stesse ore il profilo Instagram dell’artista pop art Dicò ha pubblicato delle foto della statua, rivendicandone l’appartenenza: il post è stato accompagnato da alcune parole dell’artista che ne lasciano intuire il significato: “It always seems impossibile in’s Done. Freedom is not a Gun”: la prima citazione è di Nelson Mandela, premio Nobel per la pace. “Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto”. La seconda frase – “la Libertà non è una pistola” – è invece dell’artista, che sembra evidenziare come troppo spesso la libertà venga strumentalizzata come mezzo e come giustificazione per avviare delle guerre.

L’artista Dicò si è presentato personalmente a Largo La Foppa e ha firmato l’opera: Dicò si è poi spostato a pochi passi da Moscova per l’inaugurazione della sua nuova galleria temporanea in Corso Garibaldi all’angolo con Via Palermo, aperta al pubblico tutti i giorni dal 1 al 31 dicembre.

Gli orari di apertura sono da domenica al mercoledì, dalle 10 alle 20, mentre dal giovedì al sabato l’orario di chiusura è posticipato alle 21.30.

L’opera della Statua della Libertà con il volto di Putin sarà trasferita all’interno della galleria.

Con il suo debutto a Milano, le opere di Dicò proseguono il loro tour del mondo, dal cuore di Roma passando per Miami e Dubai, fino ad essere protagoniste dentro case e collezioni private di tantissime star di Hollywood: Enrico Dicò è divenuto negli ultimi anni un punto di riferimento internazionale della pop art con la sua particolare tecnica di combustione, che gli è valsa oltreoceano la denominazione di The Fire Artist.

La tecnica di Dicò è fondata sull’accostamento tra stampe, materiali rinvenuti dai contesti urbani ed elementi appartenenti a icone mondiali dell’immaginario neo-pop, spaziando da Gandhi a Popeye, fino a Joker, Marilyn Monroe, David Bowie e Albert Einstein, con la particolare tecnica di combustione di lastre di plexiglas adattate sull’opera e l’inserimento diluci a led, in grado di comporre un effetto unico e dinamico di immagini, luci e corrosioni materiche.

Non si è fatta attendere l’attenzione di collezionisti e star: le opere di Dicò sono presenti nelle case e all’interno delle collezioni private, per citarne solo alcuni, di personaggi del calibro di Morgan Freeman, Dustin Hoffman, Lionel Richie, Sylvester Stallone, Penelope Cruz, Javier Bardem, Keanu Reeves.

Persino Papa Francesco ha ricevuto pubblicamente in Piazza San Pietro un’opera di Dicò, direttamente dalle mani dell’artista, con un’interpretazione personale del Cristo. Così, negli ultimi anni, la galleria permanente di Dicò a piazza de Ricci è diventata un punto di riferimento della pop art nel centro storico di Roma e una delle mete preferite di quel turismo alla ricerca di opere uniche, che fondono la ricerca artistica con il design d’interni.