Inaugurata Fashion Statements

In occasione del 70° anniversario della nascita dello Stato di Israele, l’Israel Museum di Gerusalemme ha inaugurato Fashion Statements , la prima mostra dedicata alla moda israeliana e alla sua storia, che sarà aperta al pubblico fino al 29 aprile 2019.

Attraverso gli abiti, i bozzetti e le fotografie questa mostra su larga scala illustra l’ampia portata della moda israeliana, dalle radici storiche fino alle collezioni contemporanee, istaurando un dialogo su tradizione e modernità, mito e realtà, ideologie contrastanti.
Fashion Statements esplora l’evoluzione della moda israeliana: il periodo pre-sionista di fine 19° secolo, i primi decenni della nascita dello stato con la commistione d’influenze dall’Europa e dall’Oriente, la nascita di case di moda come Gottex, Maskit, Fini Leitersdorf e Rojy Ben-Joseph, fino all’emergere di stilisti contemporanei con un seguito globale.
Con oltre 150 outfit, Fashion Statements segue diverse tematiche ricorrenti tra cui il simbolismo religioso e nazionale, l’ispirazione presa dal territorio israeliano e l’influenza della moda tradizionale, sia ebraica che araba.
La mostra è organizzata in quattro sezioni.
Holy/Land dove il territorio e la storia di Israele sono fonte di ispirazione per le diverse comunità che convivono nel Paese. Questa sezione esplora le tradizioni sartoriali da tutto il mondo, mettendo in luce la ricca varietà della moda locale che trae spunto dagli abiti europei aderenti e dalle forme più ampie del Medio Oriente. Gli outfit in esposizione rappresentano una varietà di materiali e di significati; possono essere realizzati con la lana di una pecora locale o con la seta importata da terre esotiche; i colori passano dalle tonalità soffici del deserto a quelle sgargianti dell’Asia Centrale. Se alcuni enfatizzano le radici nazionali, altri riflettono storie personali che hanno origine lontano da Israele.
Austerity/Prosperity in cui i capi in mostra rappresentano due ideali estetici che si differenziano per design, produzione e messaggio intrinseco. Derivano dalle due ideologie opposte che coesistevano nei primi decenni della nascita dello Stato, socialismo e liberalismo. I valori del socialismo si riflettono in abiti monocromatici e pratici, prodotti in massa e che annullano le differenze di classe e genere. In contrasto, la moda cittadina conserva lo stile di impronta europea. Entrambi gli approcci avevano le loro radici in Europa e si ispiravano da un lato ai movimenti proletari e dall’altro alle capitali mondiali della moda.
Made in Israel: questa sezione presenta le due sfaccettature del Made in Israel: l’industria della moda e gli stilisti indipendenti. Istituita negli anni ’30, l’industria della moda israeliana crebbe fino ad ottenere il successo mondiale negli anni ‘60 e ‘70. Brand come Gottex, Beged Or e Polgat erano conosciuti in tutto il mondo e i loro abiti furono indossati da icone di stile come Jackie Kennedy Onassis e Sophia Loren. Grazie al supporto da parte del governo, furono fondate diverse case di moda e nel 1965 l’Export Institute instituì la Israel’s Fashion Week, che mirava a trasformare Tel Aviv in una capitale della moda e ad attirare buyer da tutto il mondo. Diversi stilisti che lavoravano nell’industria della moda, come Gideon Oberson, Riki Ben-Ari, Jerry Melitz e Tamara Yovel Jones aprirono boutique o atelier di moda indipendenti. Quest’epoca della moda israeliana portò anche all’istituzione nel 1971 del prestigioso Shenkar College of Engineering and Design.

Fashion now dove ogni stilista di questa sezione mette in luce un aspetto dell’industria della moda israeliana contemporanea, caratterizzata dalla relazione complessa tra identità locale e globale, tra artigianato e tecnologia d’avanguardia. A volte gli abiti diventano tele sulle quali rappresentare idee sociali mentre altre volte escono completamente dalla loro funzione pratica per trasformarsi in opere d’arte.
La mostra è curata da: Daisy Raccah-Djivre, capo-curatrice, Tamara Yovel-Jones, Noga Eliash-Zalmanovich e Efrat Assaf-Shapira. Il progetto espositivo è dello Studio De Lange.
“Gerusalemme come Tel Aviv sempre di più dimostrano grande apertura verso settori, come quello della moda, nuovi e ancora sconosciuti, ma in grande e straordinaria crescita e fermento. La presenza di oltre 151 differenti etnie giunte in Israele da tutto il mondo ha determinato una crescita eccezionale nella creatività israeliana che oggi ha raggiunto straordinarie eccellenze, dal cibo al design, dalla ricerca medica a quella biotecnologica” ha dichiarato Avital Kotzer Adari, direttore Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Italia.
La mostra è accompagnata da un catalogo a colori che racconta la storia della moda israeliana.

Info:
http://www.imj.org.il/en/exhibitions/fashion-statements