Armonie d’arte a Scolacium

Non c’è solo turismo da spiaggia, sagre di paese e processioni: c’è anche una Calabria di borghi antichi, di villaggi di pescatori e parchi naturali ad alta quota che fanno musica, cinema, arte, letteratura.
E non basterebbe un’estate intera ad andar per festival e rassegne per scoroirle in tutta la regione.
A 10 km dalla spiaggia bianca dello Jonio, ad esempio, a Borgia, nella piana della Roccelletta, a due passi da Catanzaro, il parco archeologico di Scolacium, che custodisce i resti dell’antica città greca di Skilletion, trasformata in colonia romana dopo la guerra contro Annibale con il nome di Minervia Scolacium, tra pietre millenarie e ulivi secolari, va in scena il Festival Armonie d’arte (sino al 15 settembre), un festival che celebra, da 19 anni, la storia, il mito e la natura con una programmazione di grande contemporaneità.
Quest’anno gli ospiti, provenienti da tutto il mondo, potranno godersi l’omaggio a Pina Bausch, una settimana di workshop, incontri, mostre, dibattiti, proiezioni, performance dedicati alla coreografa e ballerina tedesca, pioniera del teatro-danza. In scena “Since she” di Dimitris Papaioannou con Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
La rassegna, ideata e diretta da Chiara Giordano, porta sul palco anche il fado di Dulce Pontes, le canzoni di Josephine Baker, Edith Piaf, Charles Trenet, riproposte dalla voce di Dee Dee Bridgewater.
E poi la luna e i Pink Floyd di Micha Van Hoeche, antologia di canzoni senza tempo con la musica live dei Pink Floyd Legend, e gli allestimenti sperimentali delle opere liriche Tosca e Pagliacci.
Filo conduttore “Sitos & Food, Anima Mundi”: “Il cibo quest’anno sarà un lieve controcanto – spiega l’organizzatrice – ma anche un riferimento puntuale che, attraverso testi, degustazioni a tema, incontri, ricettari d’epoca, accompagnerà gli spettacoli dal vivo”.
Cinque le sezioni del cartellone (I solisti, Gli anniversari, Non solo spettacolo, La nostra Bellezza, E-Venti, una performance dedicata a Nik Spatari, “Il colore parlante”. che celebrerà l’artista originario di Mammola, al centro della Locride. Pittore, scultore, architetto, Spatari ha frequentato lo studio di Corbusier e nella Parigi della Nouvelle Vague anche Picasso, Cocteau, Ernst.
Nel suo presidio d’arte contemporanea accoglie visitatori da tutto il mondo.
Scrive Chiara Giordano, direttore artistico della manifestazione: “Se nel concetto di armonia risiede quello, resiliente, di bellezza, allora un respiro universale è avvertito dal singolo uomo come da interi popoli. E se la creatività artistica restituisce ancora altre percezioni di universalità, allora è bello scorgere, in contrappunto, un tema che appartiene alla materialità quanto all’immaterialità, alla carne quanto allo spirito: il cibo.
Dell’anima, del corpo, sempre una necessità. Dalla notte dei tempi.
Abbiamo pensato alla parola greca Sitos – lingua internazionale antica – e a quella inglese Food – lingua internazionale contemporanea – per creare un ponte ideale tra il passato matrice nobile del mondo occidentale moderno e il nostro tempo che guarda al futuro, nel segno di una comunanza tutta posta nel familiare quanto filosofico latino di “anima mundi”. La mela, con la sua potente valenza simbolica, ne esprime sintesi e immagine.
Questo il Festival 2019 amerà raccontare, suggerire, porgere.
Il “cibo”, così, sarà un lieve contro canto, ma anche un riferimento puntuale che, attraverso testi, degustazioni a tema, ricettari d’epoca e incontri, declinerà e accompagnerà le Performance di Musica, Danza, Teatro, quindi il cartellone principale del Festival che rimane prioritariamente di Spettacolo dal vivo, così come le mostre e tutte le attività collaterali del lungo e ampio programma che coniugherà sempre più il respiro internazionale con l’attenzione al territorio, la forte spinta produttiva, la ricerca, la creatività dei giovani, con il grande entusiasmo di un team man mano più solido e competitivo, pur in un tempo in cui il rischio di carestie materiali ed etiche è ancora perdurante.
E avremo quel sorriso che vorrà esser anche contagioso, nelle nostre intenzioni, per connotare anime soddisfatte e felici, almeno per un po’, con Armonie d’Arte Festival
”.
Con la visione del suo ideatore e direttore artistico, molte delle impervie sfide iniziali sono state centrate, dall’identità del festival appunto con uno dei siti archeologici più importanti d’Italia, alla capacità di esprimere quindi un brand culturale, e al networking con realtà tra le autorevoli del sistema culturale nazionale ed internazionale (anche attraverso riconoscimenti e reti di festival); una storia di acute programmazioni che hanno incontrato un consenso sempre più unanime e crescente da parte del pubblico, oltre al gradimento entusiastico degli artisti coinvolti.