Stefano Locatelli: “Ri-Tratto”

Autoritratto 1936 Collezione privata © Grisa studio fotografico

Sono oltre un centinaio le opere, tra sculture, dipinti e disegni che, dal 7 al 26 novembre, saranno esposte nella mostra antologica “Ri-Tratto, Stefano Locatelli oltre la scultura” e che raccontano questo straordinario artista bergamasco, a 30 anni dalla sua morte, nella ex Chiesa della Maddalena a Bergamo. Ma non solo, in occasione della mostra sarà presentato anche il volume monografico “Stefano Locatelli. Scultore, pittore, disegnatore” (Silvana Editoriale), a cura di Marcella Cattaneo, Irina Marieni Saredo e Maria Luisa Marieni Saredo, con un saggio di Mons. Gianni Carzaniga.
Il desiderio di realizzare una mostra per raccontare chi era Stefano Locatelli, unico scultore della famiglia Locatelli, importante dinastia di artisti a cui gli studi degli ultimi anni stanno restituendo il ruolo che merita, non solo nella tradizione locale ma nell’arte lombarda del Novecento, nasce dalla figlia Isabella e dalle nipoti Irina e Maria Luisa Marieni Saredo, dalla loro passione per l’arte, per una figura artistica della storia bergamasca e per la persona che ha segnato le loro vite.
Stefano Locatelli nasce nel 1920 in una famiglia di artisti: il padre, i suoi due fratelli e i cugini sono pittori e decoratori, così come lo era stato il nonno Giuseppe. Tutti intraprendono la strada della pittura studiando sotto diversi maestri presso l’Accademia Carrara di Bergamo; tutti tranne Stefano, il più giovane degli artisti Locatelli, che non frequenterà l’Accademia cittadina e il cui destino lo condurrà alla scultura a seguito della morte prematura del padre. Il fratello maggiore Romualdo ha un ruolo fondamentale nella formazione di Stefano: consapevole del talento di Stefano che a soli otto anni mostra doti non comuni soprattutto nel disegno, Romualdo, già avviato a diventare un pittore di successo, si dedica personalmente alla sua formazione artistica. Impiegato giovanissimo presso l’Istituto Italiano di Arti Grafiche per aiutare economicamente la famiglia, l’allora direttore, Luigi Pelandi si adopera affinché lo scultore Gianni Remuzzi lo accolga nella sua bottega. Così nel 1933, quasi per caso, la scultura entra nella vita di Stefano: non abbandonerà la pittura, suo primo amore, ma da lì in avanti il fascino del modellare la materia lo accompagnerà per tutta la vita e diventerà la sua principale occupazione.

Dalle mappe concettuali tracciate durante la ricerca è nato il titolo della mostra, che “Ri-tratto” allude a tre significati: il primo legato alla parola “tratto” che evidenzia la forte passione dell’artista per il disegno e la pittura; il secondo lo suggerisce il prefisso “Ri” che invita a una rilettura o rivisitazione dell’artista sotto una lente inedita, con uno sguardo diverso che si sposta da un racconto prettamente storico-artistico a una visione più completa della persona; il terzo lo ritroviamo quando le due parti formano la parola “ritratto” per intendere che l’obiettivo della mostra risiede proprio nel desiderio di raccontare chi era Stefano Locatelli attraverso i suoi occhi e quelli di chi lo ha conosciuto come artista ma anche come persona.
Discendente, come detto, da un’importante famiglia di artisti e decoratori attivi a Bergamo sin dal XIX secolo, Stefano si forma nella tradizione verista tardo ottocentesca, con una predisposizione verso la figura umana che diviene centro della sua riflessione.
Locatelli appartiene a quella generazione di artisti nati fra le due guerre mondiali, troppo giovani per essere investiti dai dettami estetici della cultura ufficiale e non ancora pronti ad abbracciare una ricerca non figurativa; la via astratta è troppo lontana dal loro ambiente culturale, un ambiente di provincia che si fa forte della sua lunga e prestigiosa storia artistica e che trova in Andrea Fantoni (Rovetta, 1659 – Bergamo, 1734) ancora un riferimento plastico a cui guardare. Bisognerà attendere il 1941 e le palpitanti e rivoluzionarie Crocifissioni del concittadino Giacomo Manzù, di una generazione precedente, per avere un nuovo nome in campo plastico con il quale rapportarsi.

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La produzione scultorea di Stefano Locatelli è ricchissima e spazia dalla ritrattistica privata alla medaglistica, dai monumenti pubblici a quelli religiosi, fino a quelli funerari.
Ma l’ambito di produzione non si limita alla scultura: si è infatti cimentato con la pittura e il disegno lasciando prove di grande pregio.
Le 8 sezioni della mostra aprono altrettante finestre sui temi prediletti, declinati sia nel disegno che in pittura e scultura, nella piccola dimensione come su scala monumentale: l’autoritratto, la scultura, i ritratti, tavolette dipinte en plein air, pose di danza, arte e fede, itinerari e “Cara Bergamo”, con riferimento al volume di litografie che Locatelli pubblica nel 1983.
Nella scultura, centro costante della ricerca è la figura umana, colta nel vivo della quotidianità, nella spontaneità della posa, pronta a registrare stati d’animo, inquietudini, affetti. Così nell’Adolescente, oggi conservata al Museo del Novecento di Milano, o nell’”istantanea plastica” del Salto agli ostacoli che fluttua nell’aria, oggi nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, fino alla serie delle ballerine.
Un ”umanesimo” indagato cogliendo sempre nuove prospettive e percezioni che spaziano dalla precisa resa fisionomica alla subitaneità dell’impressione, segna anche la lunga produzione ritrattistica, dai primi esemplari databili agli anni Quaranta sino alle ultime prove degli anni Ottanta.
Si continua con le opere di arte sacra, come il San Tarcisio e Santa Lucia, le numerose soluzioni adottate nei monumenti funebri e i lavori nati nella dimensione degli affetti familiari, come i tanti ritratti della moglie Luisa, della figlia Isabella e delle nipotine Maria Luisa e Irina, tutti preceduti da studi su carta.
E ancora: la lunga serie dei nudi femminili, gli scorci dedicati alla città di Bergamo e ai suoi colli, le tante tavolette dipinte en plein air, i percorsi tra gli interventi urbani, dal grande bronzo della Pesca subacquea nel Parco della Scultura della Provincia di Bergamo alla statua bronzea di Papa Giovanni XXIII del Seminario Vescovile fino alla Gipsoteca Stefano Locatelli.

Il valore aggiunto dell’iniziativa sta nell’aver individuato alcuni itinerari fuori mostra volti ad approfondire specifiche produzioni dell’artista, raccontando i segni disseminati da Locatelli nel territorio urbano e in provincia. Un tentativo di mostra ampia, per proiettare l’esposizione fuori dai consueti spazi espositivi, che ben collima con l’idea di una cultura diffusa che l’Amministrazione comunale sta portando avanti in questi anni.
La mostra è accompagnata da un programma di proposte gratuite: visite guidate, itinerari in città e proposte didattiche per le scuole.
Info:
Ri-Tratto
Stefano Locatelli oltre la scultura
dal 7 al 26 novembre
Ex chiesa della Maddalena, via Sant’Alessandro – Bergamo
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17.30;
sabato e domenica, dalle 11 alle 18
Visite guidate alla mostra
alle 9.30; alle 11 e alle 14
Per informazioni e prenotazioni
ilramomaestro@gmail.com
www.ilramomaestro.it
Fb: @ilramomaestro
Instagram: @ilramomaestro
@stefanolocatelliart