Perugia celebra Raffaello

Raffaello Sanzio – Affresco di San Severo

A 500 anni dalla scomparsa, la Fondazione CariPerugia Arte e l’Accademia di Belle Arti “Piero Vannucci”, rendono omaggio al grande artista con la mostra: “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia”.

La rassegna, rinviata nei mesi scorsi a causa della pandemia, aprirà il 18 settembre a Palazzo Baldeschi, per chiudere i battenti il prossimo 6 gennaio.

 

Il Pintoricchio Madonna con il Bambino e san Giovannino

Tra reale e virtuale: è così che Raffaello abiterà le sale di Palazzo Baldeschi. Il sommo artista italiano arriverà infatti in una versione digitale senz’altro coinvolgente, e i visitatori potranno persino vederlo mentre disserta con suo padre e con il suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino.
La cosa eccezionale tuttavia, è che si potranno ammirare, a Perugia, tutte ma proprio tutte le opere legate all’Umbria, oggi conservate nei più importanti musei del mondo. Non solo: la sua eredità artistica verrà raccontata attraverso la produzione dei grandi maestri di cui fu fonte di ispirazione.


Due le sezioni della mostra, la prima a cura di Francesco Federico Mancini, con la regia della Fondazione CariPerugia Arte e il contributo della Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche e dell’Archivio di Stato di Perugia, la seconda dal sottotitolo “L’Accademia di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” realizzata dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell’accademia.


Perugia e Città di Castello, rappresentano i luoghi dell’Umbria dove, tra il 1500 e il 1505 circa, Raffaello Sanzio ha mosso i primi passi e svolto una parte significativa della sua formazione artistica, iniziata quando il padre Giovanni Santi chiese a Pietro Vannucci di accettare il figlio nella sua bottega per perfezionarsi nell’arte della pittura: oggi, le uniche due opere ancora conservate in Umbria sono il Gonfalone della Trinità, nella Pinacoteca comunale di Città di Castello e l’affresco di San Severo presso l’omonima cappella annessa alla chiesa camaldolese, di proprietà del Comune di Perugia.

 

Pietro Vannucci detto il Perugino Madonna col Bambino e due cherubini 1490 circa

A Palazzo Baldeschi prenderà vita un’esperienza immersiva dove si potranno ammirare in sequenza tutte le opere umbre del Maestro – se ne contano ad oggi dodici – un’esperienza che permetterà ai visitatori di esplorarne anche i dettagli, accompagnati da informazioni lette da una voce narrante.

Ecco dunque scorrere le immagini delle opere umbre del grande maestro del Rinascimento: la Pala di San Nicola da Tolentino – oggi ridotta in frammenti e ricostruita virtualmente attraverso alcuni disegni autografi di Raffaello e una copia settecentesca – e a seguire il Gonfalone della Trinità, la Crocefissione Mond, lo Sposalizio della Vergine messo a confronto con l’opera omonima del Perugino, la Pala Colonna, la Pala degli Oddi e la Pala Ansidei. E ancora la Madonna del Libro, più nota come Conestabile, l’affresco di San Severo, la Deposizione Baglioni, la Madonna con il Bambino e i Santi – pala d’altare nota anche come Madonna di Foligno – e, infine, l’Incoronazione della Vergine, opera realizzata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni su disegno di Raffaello.


In un’altra sala del palazzo, sempre grazie alla magia degli effetti multimediali, partendo da famosi ritratti alcuni attori in costume rinascimentale porteranno in scena il pittore urbinate attraverso due dialoghi: il primo (siamo nel 1494), è una conversazione che vede un Raffaello undicenne portato dal padre Giovanni Santi presso la bottega del Perugino, a cui viene chiesto di accoglierlo tra i suoi allievi. Il secondo, con Raffaello di 21 anni, è un confronto con il Perugino che ruota intorno ai due capolavori che raffigurano lo Sposalizio della Vergine.

Fiore all’occhiello della mostra tre prestigiose opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzate da tre maestri a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: la Madonna col Bambino e due cherubini di Perugino, la Madonna con il Bambino e San Giovannino di Pintoricchio e il Santo Stefano lapidato di Luca Signorelli.

 

Mariano Guardabassi, Autoritratto col pappagallo, 1855 circa

La sezione della mostra, dal titolo “L’Accademia di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” si articola in quattro parti tematiche e cronologiche che vogliono mostrare e dimostrare come, per tutto l’Ottocento, Perugia, grazie alla presenza di Tommaso Minardi, fu un epicentro insieme a Roma della corrente purista e del ritorno all’arte di ispirazione religiosa.

Dopo un’antologia di autoritratti degli artisti che si ispirarono a Raffaello, il percorso espositivo si snoda in tre sezioni rispettivamente dedicate a Il culto di Raffaello tra classicismo e purismo, con opere della scuola di Baldassare Orsini, di Tommaso  Minardi e di Wicar; Raffaello ‘docet: la copia e l’invenzione, che ripercorre la lunga stagione dell’Accademia di Perugia fiorita sulla feconda eredità lasciata da Tommaso Minardi; Raffaello nelle arti applicate e nella decorazione murale, che presenta al pubblico una variegata e sorprendente scelta di opere dagli inizi del XIX secolo al primo Novecento.  

La mostra sarà corredata da uno speciale catalogo “COVID free”, realizzato da Fabrizio Fabbri Editore con un innovativo sistema di stampa certificato capace di abbattere la carica batterica e alcuni tra i principali agenti microbici e fungini, sviluppato con lo stampatore Graphic Masters in collaborazione con tre laboratori di analisi specializzati