Mauritius. Tutta la bellezza che c’è.
A zonzo con Raf

“Dio creò il paradiso terrestre copiando Mauritius”.

Questa frase attribuita a Mark Twain accompagna i miei pensieri. Il portellone dell’Airbus A380 di Emirates si chiude.

La solita eccitante accelerazione, e lasciamo Mauritius.

Voliamo.

Ci alziamo e, per un’ultima volta, lo sguardo si posa sul profilo definito e ormai familiare dell’isola.

Adoro questi giri nel cielo.

Fluttuare mi regala sempre emozione.

Aiuta a raccogliere pensieri.

Il mare turchese, la vegetazione verdissima, le spiagge bianche, un piccolo paradiso al centro dell’Oceano Indiano.

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Qui il ritmo è ancora un po’ indolente, il tempo scorre piacevole.

Tempo, che concetto astratto. Cambia a seconda di luoghi.

Musica, si balla il segà. Poi il rum. Piacevole farlo girare nella bocca. Assaporarlo. Quel gusto inimitabile.

Impasta e colonizza papille gustative. Poi lo zucchero dai mille profumi, sfumature infinite di dolcezza.

La stessa dolcezza di corpi accarezzati dalle onde, danze del vento.

Sari.

L’aforisma di Mark Twain contiene una verità inossidabile. Ora ne siamo consapevoli.

Dopo tre settimane di ‘on the road’, possiamo dire che l’isola è incantevole.

Shiva e Parvati (vi pareva che l’India in qualche modo non entrasse in questa storia…), erano in cielo, stavano volando, trasportavano “nientepopodimeno” che il Gange.

Stavano sorvolando un’isola splendida, di un verde brillante pazzesco e lasciarono cadere qualche goccia.

Il Gange si lamentò che quelle gocce andassero perdute ma le divinità lo tranquillizzarono:

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“quelle gocce formeranno un lago sacro”.

Eccolo laggiú il Grand Bassin, lo scorgo da qui, lo riconosco, ed ecco anche il tempio indù costruito sulle sue rive.

Quando si arriva lì si batte un colpo leggero sulla campana.

Fiori, incenso, dolori, lacrime.

Donne in sari e uomini con colori più sobri.

Mauritius è piccola eppure offre un condensato di suggestione e avventure.

I panorami che si aprono agli occhi, quelli che mi colpiscono davvero, sono quelli umani.

Adoro il meltin pot che qui vive in pace, le cucine che saltano da un sapore all’altro con totale disinvoltura, esaltando i sensi. Mi sono lasciata conquistare, ogni sera, per la gioia del mio palato.

La mescolanza di vivacità, di lingue.

La cultura trasversale, mai fissa, mai immobile, ma in continua trasformazione, rientra perfettamente nel mio concetto di bellezza e di vita.

A Mauritius ci sono parecchi luoghi magici.

L’isola dei Cervi ne è un esempio.

Un autentico spettacolo.

E ci credo che Mark Twain ne rimase impressionato.

Ci si arriva in barca, da Trou d’Eau Douce.

Un capolavoro magnetico e avvolgente.

Mangrovie che regalano all’acqua quel verde incredibile, che sfuma delicatamente nel blu, nell’azzurro, fino alla trasparenza totale.

L’acqua di cristallo che vedi il fondo, e i pesci, e la luce l’attraversa. Impavida.

Magnifico guardarsi attorno.

Estasiati.

Annusare l’aria che investe, muovendo l’anima.

Fare propria questa bellezza. Catturare tutta la luce possibile. Sbocciare infinite volte.

Le tinte che cambiano, la barriera corallina che esplode come fosse un giardino, un giardino dell’Eden subacqueo.

uoghi che si sovrappongono ora in pensieri da distacco. Pensieri nel cielo.

Abbiamo trovato angoli solo nostri, Tommaso ha rincorso pesci, farfalle, uccelli.

Socchiudo gli occhi e lo rivedo, bello come il sole, catturare emozioni ed esperienze. Colorare frasi. Avventure.

Albe e tramonti.

Arcobaleni.

Quelli che Mauritius distribuisce, generosa.

La tranquillità, la pace, il silenzio rotto solo dal verso degli uccelli.

Il trekking, dalla spiaggia agli scarponi è un attimo.

Cascate, scimmie, nuvole che veloci passano nel cielo, invadendolo e abbandonandolo, figlie del vento.

Il tè caldo e le foglie profumate, le splendide dimore storiche e i lussureggianti giardini, le fitte foreste e le distillerie di rum annidate tra le colline.

I curry indiani e le salse africane, i delfini, i banchi di pesci, le feste hindu e le danze creole, le tartarughe giganti e le basse foreste di ebano.

La mia Mauritius sfuma nel tramonto.

La voce del pilota mi ricorda che Dubai ci attende, con la testa fra le nuvole, sorrido felice.

 

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