Nizamuddin Dargah. Delhi
Corrispondenze dall’India

Vicoli e dedalo di bazar.

Provo un senso di smarrimento, cerco la giusta direzione.

Non amo apparire sperduta in questa città che è da poco casa.

Il sufismo mi ha sempre affascinato ed ora mi avvicino a questo santuario che reputo senza tempo, come molti luoghi della fede.

Mi soffoca questa pellicola che scorre dinnanzi agli occhi. Questi sono i miei luoghi del cercare. Come colmare il vuoto dell’esistenza e le eterne domande del vivere?

Cerco.

È questo cercare che mi spinge sempre un po’ oltre, d’un passo, avanti o indietro, a seconda.

Luogo della fede. Ecco lo stretto vicolo che accompagna all’ingresso dove lo spazio si apre. Respiriamo. Siamo avvolti da persone colorate e curiose. Non riusciamo a sfuggire alle domande, quell’avvicinarsi titubante ma che il nostro sorriso facilita. Desiderano scattare fotografie e mescolarsi a noi.

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Ero alla ricerca dell’anima di Delhi e la trovo qui.

La mia si è persa in questi vicoli di mendicanti accalcati, monchi, indescrivibili.

Lontano dalle vetrine tutte uguali dei quartieri alla moda, lontano dai soliti percorsi ripercorsi.

Piccioni che volano, versi di uccelli.

Intravedo un angolo, mi siedo, vogliamo defilarci un po’ per ritrovare quel senso di spiritualità nascosto dietro a un velo, uno sguardo, una preghiera, una mano che stringe l’altra in segno di pace.

Finalmente ci sentiamo più tranquilli.

Raccolgo sensazioni.

Il santo giace in una tomba qui accanto, i devoti donano fiori rosa, fucsia, compiono gesti millenari, sono visibilmente commossi.

Cercavo una parte di me in questo luogo perpetuo e trovo qualcosa che mi rasserena per un attimo.

Una famiglia mi sorride, gli occhi del bimbo, la dolcezza di una madre.

È l’umanità.

Anche i colori sorridono improvvisamente e l’odore di bruciato mi avvolge indisturbato. Quel senso di straniamento mi accompagna sino ad ora e lo porto con me. Mi accompagna nel mio scrivere, nel raccogliere emozioni, paure, in questo tempo che si dilata e nel suo dilatarsi si impossessa di ogni cellula. Ecco l’ho fatto un po’ mio, questo luogo ormai è divenuto parte di me.

Io ora sono anche questo.

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Hazrat Nizam-ud-din Dargah:

Visitare questo santuario di marmo del santo sufi Nizam-ud-din è un’esperienza mistica e, secondo me, unica a Delhi.

Il dargah è nascosto in un bazar, ma la vostra motivazione vi permetterà di trovarlo.

Incontrerete venditori di petali di rosa, fedeli e mendicanti. Vi sorprenderete un milione di volte e la visita rimarrà senza dubbio impressa nella vostra memoria.

L’ingresso è gratuito ma una piccola offerta è sempre gradita.

Il santuario si trova in New Delhi, non distante dalla Tomba di Humayun, quindi potreste abbinare le due visite.

La Home Project propone passeggiate nella baraccopoli islamica di Nizzamuddin, il giro pomeridiano si chiude proprio con la visita al santuario.

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