Avventura con gli Yanomani

Una vera e propria spedizione nella foresta amazzonica venezuelana, un ambiente “difficile” e particolarmente adatto a quanti sanno fare a meno di alberghi a quattro o cinque stelle: per loro e per quanti amano l’avventura, quella vera, ecco una straordinaria opportunità organizzata dall’operatore Kel 12  tra Venezuela e Colombia, per un viaggio-spedizione di grande interesse etnografico e paesaggistico adatto a chi è interessato a incontrare popolazioni primitive uniche al mondo e completamente isolate fino a pochissimi decenni fa.

Come dicevamo all’inizio, per i partecipanti è richiesta una buona dose di spirito di adattamento, soprattutto per le notti in tenda o amaca da trascorrere nello Shabono, la casa comune degli Yanomami, una popolazione indigena dell’Amazzonai, in uno spazio apposito riservato al gruppo.
Un viaggio che, tra l’altro, prevede lunghi trasferimenti fluviali in barca a motore, qualche camminata di 2/3 ore lungo sentieri fangosi e scivolosi, in un clima molto umido.

L’obiettivo del viaggio è l’incontro con gli ultimi indios Yanomami che vivono nella Riserva di Biosfera Casiquiare-Alto Orinoco, lontani anni luce da Caracas e dalla grave crisi politica, economica e umanitaria che il Venezuela sta attraversando negli ultimi tempi.
Da Bogotà, la capitale della Colombia, si vola a Puerto Carreño, sulla riva colombiana del famoso Rio Orinoco, per osservare il “boto”, il raro delfino rosa di fiume, un singolare cetaceo in via d’estinzione.

Quindi si naviga il fiume Orinoco fino a Puerto Ayacucho, il capoluogo dello stato di Amazonas, da dove con dei piccoli Cessna, in grado di trasportare un massimo di 5 passeggeri, si sorvola il mare verde della giungla, fino a raggiungere l’avamposto di Maroa dove si entra nel cuore della spedizione e con un tradizionale “bongo” a motore si naviga lungo il Rio Guainia, il Canale Casiquiare, il Rio Pasimoni e il Rio Negro, alla scoperta della foresta più selvaggia e del popolo Yanomami.

Si trascorrono alcuni giorni in uno “shabono”, la casa comune yanomami, partecipando a tutte le attività quotidiane della comunità indios: pesca, raccolta di frutti e piante medicinali, danze, rituali sciamanici… un’esperienza indimenticabile.
Ricordiamo che il viaggio, 15 giorni, con partenza il 3 dicembre, sarà compiuto in compagnia di un esperto di Kel 12, Giancarlo Meoni.


Gli Yanomami sono una delle popolazioni indigene più numerose dell’Amazzonia (circa 30.000 individui) e il loro territorio si estende tra i bacini dei fiumi Orinoco e Rio delle Amazzoni al confine tra Venezuela e Brasile.

Nonostante il loro numero gli Yanomami rimasero relativamente indisturbati fino al 1940, quando il governo brasiliano decise di delimitare la frontiera con il Venezuela: negli anni 80 arrivarono 40.000 cercatori d’oro che, senza alcun rispetto per la natura e per gli indios, devastarono le foreste e inquinarono i fiumi a causa dell’utilizzo del mercurio per separare l’oro dalla sabbia.

Conseguentemente sorsero tensioni tra “garimperos” (cercatori d’oro) e indios, che sfociarono in violenze e soprusi con stragi di nativi: in sette anni il 20% degli indios morì, ma i danni maggiori li fecero le malattie, perché questi popoli isolati non avevano anticorpi per combattere le nostre comuni infezioni. Quindi gli indios furono sterminati, più che dai fucili dei “nuovi conquistadores” e dagli avventurieri cercatori di fortuna, dal morbillo, dall’influenza e dalle malattie veneree.

Sotto la pressione dell’opinione pubblica mondiale sia il governo venezuelano che quello brasiliano furono costretti a mettere un argine a queste invasioni. Nel 1991 il governo venezuelano dichiarò ufficialmente riserva indigena speciale la sua porzione di territorio yanomami (Riserva di Biosfera Casiquiare – Alto Orinoco, vasta circa 8,2 milioni di ettari) nella quale non è possibile accedere se non con permessi speciali.