Sotto il caldo sole di Aruba

Non si parla spesso di cucina Caraibica, eppure, come ogni luogo del mondo, anche questo angolo di paradiso ha una propria identità culinaria, spesso influenzata da una ricca e travagliata storia che ha visto susseguirsi popolazioni, lingue e culture diverse.

Aruba, piccola isola dei Caraibi del Sud, non è da meno e oggi offre una varietà culinaria unica che deriva dal crogiolo di etnie e culture che ha vissuto, e vive, in questa straordinaria isola.
Qui si trovano menù con influenze olandesi, Sud Americane e, ovviamente, caraibiche: per chi vuole assaporare la cucina arubana in luoghi che riescono a farti sentire come un vero arubano, ecco alcuni consigli: 5 ristoranti in edifici storici che offrono menù tradizionali ed esperienze uniche e indimenticabili.

L’atmosfera allegra e festosa del ristorante Taste My Aruba
Forse non ci crederete ma in questo edificio risalente a oltre 100 anni fa un tempo si vendevano principalmente porte, finestre e vetri: ospitava infatti una ferramenta, che nel corso degli anni ha servito e aiutato intere generazioni di arubani.

Magnificamente restaurato, oggi ospita invece il Taste My Aruba, un ristorante a conduzione familiare dall’atmosfera allegra e festosa, grazie soprattutto alla simpaticissima padrona di casa che accoglie gli ospiti suggerendo loro i migliori piatti del giorno: è possibile gustare il menù, fatto di ingredienti freschi e in gran parte di provenienza locale, all’interno del locale oppure nel caratteristico giardino esterno.

Le mille vite di Quinta del Carmen
Prima di diventare un raffinato ristorante, questo luogo è stato un ambulatorio medico, un ospedale, il circolo dei lavoratori della raffineria di Eagle e una deliziosa casa vacanze. Questo era infatti lo scopo con cui il famoso architetto locale Adriaan Lacle, nel 1916 costruì questa villa in quella che allora era parte della campagna di Aruba – l’attuale zona di Bubali – progettandola nel tradizionale stile delle case “cunucu”, tipiche delle piantagioni locali.

L’edificio è stato riportato con cura al suo carattere originale in onore della ricca storia che lo circonda ed è oggi un rinomato ristorante di alta cucina: l’architettura caraibica, il cortile monumentale e le immagini della ricca storia di Aruba circondano i commensali che qui possono assaporare la cucina olandese con un tocco caraibico.

Il raffinato Papiamento Restaurant
Il Papiamento è forse il ristorante più esclusivo di Aruba: qui, la famiglia Ellis da il benvenuto nel suo autentico maniero Arubano di quasi 130 anni per un’esperienza culinaria in lussureggianti giardini tropicali, accanto alla piscina o in eleganti sale da pranzo all’interno della storica casa in stile “cunucu”.
Circondato da giardini lussureggianti, il Papiamento ospita una collezione eclettica di oggetti d’antiquariato risalenti al 1800, nonché una cucina raffinata e di qualità.

The Old Cunucu House: cucina casalinga e calda ospitalità isolana
Risalente a più di 150 anni fa, un tempo questo edificio ospitava una fattoria in stile spagnoleggiante costruita con grandi pietre naturali per resistere alle tempeste tropicali, con muri spessi e un tetto a sella che forniva anche un sistema di raffreddamento naturale, oltre a finestre posizionate in modo da ricevere gli alisei di nord-est per una migliore ventilazione.
Oggi The Old Cunucu House offre autentica cucina arubana da gustare nella veranda oppure all’interno dell’incantevole e storica casa cunucu, un luogo che sa di autenticità e tradizione.

Il Kulture Cafe nella strabiliante e variopinta San Nicolas
La cittadina di San Nicolas, situata a Sud dell’Isola, è stata recentemente oggetto di un ampio lavoro di riqualificazione: è così che sono stati restaurati numerosi edifici storici, i muri sono stati ricoperti di variopinti murales e si sono sviluppate numerose attività commerciali attente alla salvaguardia del lato più autentico di Aruba.

Il lavoro di rifunzionalizzazione degli edifici ha coinvolto anche il bellissimo edifico del Nicolaas Store, costruito intorno al 1940 e restaurato nel 2016: un tempo popolare rivenditore di libri, giornali, strumenti e articoli da regalo, oggi il locale ospita il Kulture Café gestito dalla Fundacion Museo Arubano: le antiche piastrelle colorate e gli oggetti d’epoca si mescolano con elementi nuovi e giovani locali che qui vengono a rinfrescarsi e bere un’ottima tazza di caffè.
Al contrario di molte altre isole dei Caraibi, Aruba è un’isola di scarsi rilievi, scarsa vegetazione e con un clima secco; tali caratteristiche hanno favorito lo sviluppo del turismo. Il capoluogo è Oranjestad.

Eagle Beach, una delle spiagge più belle del mondo

L’isola è molto più di un paradiso caraibico: le sue spiagge sono famose in tutto il mondo, il suo clima è ideale tutto l’anno e il suo spirito, accogliente e caloroso, sono solo una parte di ciò che rende unica questa straordinaria e bellissima isola.
La sensazione che si prova quando si cammina sulle sue spiagge soleggiate è ciò che la distingue veramente – gli arubani lo chiamiamo l’Effetto Aruba – e inizia tutto qui, sulla One Happy Island.

Grazie alla sua posizione, che la mette al riparo dagli uragani e le garantisce, come detto, temperature più che gradevoli tutto l’anno, Aruba è il paradiso per chi ama il sole: le sue spiagge più incantevoli, con la loro sabbia fine, si trovano nella parte occidentale, lungo un litorale di poco più di 11 km su cui si affacciano diversi resort.


Uno degli arenili più frequentati è Eagle Beach, nota anche in quanto scelta dalle tartarughe per deporre le uova e per i divi-divi piegati dal vento.

Se, durante il vostro viaggio ad Aruba, cercate un tratto di costa più frastagliato con baie isolate, spostatevi sul lato sopravento.

L’isola di Aruba si trova nel sud del Mar dei Caraibi, è la più occidentale delle Isole ABC e delle Antille Sottovento: si trova a 25 km a nord della costa del Venezuela e 68 km a nord-ovest di Curaçao.
L’isola ha una superficie totale di 193 km² e una linea costiera di 68,5 km.

L’origine del nome è incerta, e tuttora esistono due teorie: l’isola fu scoperta nel 1499 dallo spagnolo Alonso de Ojeda che potrebbe averla nominata Oro Hubo (qui c’era l’oro), oppure il nome proviene dal termine oibubai degli amerindi Arawak, che significa guida.
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