Udaipur.
Corrispondenze dall’India

udaipur-india-7Udaipur giace tranquilla sulle sponde del suo lago.

Felice, sorridente, compiaciuta.

Le boscose valli sullo sfondo arricchiscono l’incantevole panorama che si apre agli occhi del visitatore.

Sparsi qua e là, come dall’amorevole gesto di un contadino che semina, palazzi incantati, haveli favolose e stradine tortuose dove perdersi è di per sé un’esperienza.

L’esperienza.

Udaipur, con quei colori irresistibili di bazar e sari. Un luccichio ininterrotto. Un arcobaleno costante. Un valzer di sorrisi e sguardi curiosi.

Intrufolarsi.

È indispensabile. Fondamentale cambiare forma. Stringersi, allungarsi, rimpicciolirsi per passare in stretti vicoli che portano chissà dove, o al nulla.

Io vorrei portarvi con me alla scoperta di posti segreti, botteghe pulciose e umanità.

Ci sono piccoli forzieri traboccanti di bellezza, la bellezza che si nasconde sotto due dita di polvere. Soffiarla via. Starnutire, riaprire gli occhi e trovarsi tra le mani vecchie fotografie in bianco e nero o miniature cesellate sapientemente.

L’artigianato locale racconta la cura. Ridona senso al tempo, non al tempo che passa ma al tempo del fare.

Piccoli animali di legno, monili. Elefanti decorati, tutti diversi, tutti imperfetti, tutti preziosi.

Amo la loro imperfezione perché è proprio lì che si nasconde tutta l’unicità. Li osservo, li tengo fra le mani e ne assaporo la poesia. L’unicità dicevo, quella che ci portiamo dentro e ci rende esseri speciali. Ognuno di noi. Come questi pezzi cesellati con sapienza e amore.

Distolgo lo sguardo dalle botteghe per annegare pensieri nel lago. Mi siedo e faccio due chiacchiere con i venditori che lungo le sponde vivono e lavorano. Tutta la famigliola si fa intorno. Mi cinge, vogliono sapere di me e io di loro. Dieci figli la signora. Dieci. Tre dei quali qui che ridono con occhi allegri, vivaci, curiosi.

La curiosità ci spinge verso la conoscenza. È la curiosità che ci muove. Dobbiamo coltivarla ogni giorno.

Devo ripetere i loro nomi, tra le ovvie risate generali e la festa del niente. La festa del nulla. La festa del vivere, del presente.

Sulle sponde del lake Pichola, tra turbanti colorati, cielo blu e coppie di innamorati che mano nella mano si promettono amore eterno, ci sono io. Eccomi qui. Seduta a gambe incrociate.

Quest’atmosfera rarefatta, rilassante e beata, come la mia espressione di oggi, mi fa stare bene.

Cos’è la felicità in fondo?

Sbagliare la pronuncia dei nomi, far ridere a crepapelle questi bambini e fingere che il tempo sia fermo qui.

Udaipur, lake Pichola, Rajasthan. India.

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