D la principessa Diana e la palpebra di Dio

Il Teatro Brancaccino di Roma, dal 9 al 12 gennaio, presenta  “D la Principessa Diana e la palpebra di Dio” di Cesare Catà, con Paola Giorgi, con Maria Chiara Orlando alla tromba Jazz e la partecipazione di Sonia Barbadoro e Giovanni Moschella. La regia dello spettacolo è di Luigi Moretti, scene e costumi di Stefania Cempini.
Lo spettacolo racconta l’icona di Lady Diana Spencer nelle sue vicende umane, esistenziali e sociali, dando voce alla sua figura in una sorta di memoriale post-mortem in cui la Principessa, ripensando alla propria vita, narra di sé, dei suoi amori e dolori, dei suoi affetti più cari perduti.
Nel monologo, Lady D. dialoga con voci che sente giungere dal regno dei vivi: quelle dei due figli William e Henry, quella della Regina Elisabetta, quella del suo ex-consorte Carlo. Mentre racconta di sé, l’immagine di Lady D. si sovrappone a quella di alcune eroine della mitologia classica – Medea, Arianna, Antigone e Artemide – e il testo del monologo si interseca con estratti da Euripide, Ovidio, Sofocle, Seneca.
Quello che lo spettacolo restituisce è il ritratto, fiabesco e psicologico a un tempo, di una delle figure di donna più amate, controverse e celebri del Novecento.
Un ritratto dal sapore “neo-shakespeariano”, che getta una luce originale e commossa su uno spaccato della recente storia inglese ed europea.
Ho sempre ammirato Lady Diana Spencer, quella sua impronta di donna libera e ho sempre desiderato portarla in scena. Non mi interessa il gossip, mi interessano le tante sfaccettature di una donna di nobile famiglia, coraggiosa, anticonvenzionale, elegante, moglie, ma soprattutto madre.
C ’è un punto di contatto forte tra me e Lady Diana, una esperienza comune, il disturbo del comportamento alimentare, che si è manifestato con la bulimia in lei, con l’anoressia in me; ma ancora più forte c’è la consapevolezza di averlo superato. Entrambe.
E questa consapevolezza mi ha fatto andare oltre nella scoperta di Diana. Quando penso a Diana penso ad Antigone, al suo atto di insubordinazione, al suo essere idealista e romantica e decisa ad affermare il primato della libertà. Con questa suggestione mi sono rivolta a Cesare Catà, uno scrittore profondo, coltissimo, sportivo, tenero e folle che ha fatto sbocciare la mia idea di Diana connettendola alle vicende di Medea, di Artemide, di Arianna; creandone un mito che Cesare ci permette di conoscere attraverso la sua palpebra di Dio.
Un lavoro così intimo e potente non potevo che affidarlo alle mani di Luigi Moretti, amico, collega ma soprattutto grande regista di profonda sensibilità e raffinatezza.
L
a principessa Diana e la palpebra di Dio, è la storia di una Donna, con tutta la meraviglia che questo termine racchiude.
                                                                                                                                                                                           Paola Giorgi

Info:
D la Principessa Diana e la palpebra di Dio
Teatro Brancaccino
Via Mecenate 2, Roma
Biglietto d’ingresso: 18 euro,
orari, dal giovedì al sabato, alle 20; domenica alle 18.45
www.teatrobrancaccio.it
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali
Botteghino teatro Brancaccio
Via Merulana, 244
Tel 06 80687231
botteghino@teatrobrancaccio.it