Isole di Tahiti: oltre il mare

Quando si parla delle Isole di Tahiti le prime cose che vengono in mente, sia a chi c’è già stato, sia a chi sogna di andarci, sono il mare, dalle straordinarie tonalità di azzurro, i suoi coloratissimi pesci, le barriere coralline e le spiagge di sabbia bianca come borotalco, senza dimenticare il sorriso e la gentilezza dei suoi abitanti: tuttavia, anche se pochi forse lo sanno, le Isole di Tahiti sono famose anche per il loro entroterra.
E allora, anche se con poche parole, possiamo raccontare l’ineguagliabile bellezza di queste isole lontane anche attraverso la sua natura.

Se “moana”, ovvero l’oceano, è uno degli elementi che, come detto, contribuisce in gran parte a determinare il fascino esotico de Le Isole di Tahiti, anche il rigoglioso entroterra verdeggiante, punteggiato di fiori colorati e piante tropicali, contraddistingue gli incantevoli scenari dei paesaggi polinesiani e scandisce il ritmo di vita delle isole: un fiore per dare il benvenuto, dolci frutti da gustare e profumi da ricordare

Il fiore, ecco “Tiarè”: questo bellissimo fiore tropicale bianco è per eccellenza il simbolo dell’accoglienza polinesiana: viene infatti utilizzato, insieme a foglie di palma intrecciate, per creare le meravigliose collane con cui viene dato il benvenuto (manava, in polinesiano) a chi arriva.
Viene usato per adornare i capelli o indossato dietro l’orecchio sinistro per indicare una relazione sentimentale.
Il fiore di Tiarè è inoltre uno degli ingredienti principali, insieme all’olio di cocco, per la preparazione del Monoï, pregiato unguento tradizionale dalle innumerevoli proprietà benefiche per pelle e capelli.

E poi la vaniglia: la dolcezza assume una connotazione particolarmente sublime ne Le Isole di Tahiti, dove viene prodotta una speciale ed esclusiva varietà di vaniglia dall’aroma incredibilmente ricco, floreale e fruttato, apprezzata (e desiderata) in tutto il mondo.
L’80% della vaniglia de Le Isole di Tahiti viene coltivata a Taha’a, l’incantevole isola a forma di fiore, che condivide la propria laguna con Raiatea.

Senza dimenticare l’albero del pane. Questa pianta dal nome quanto mai peculiare ed evocativo, detta “uru” in polinesiano, produce curiosi frutti di forma tondeggiante che, dopo la cottura nel tradizionale forno sotterraneo “ahima’a”, assumono un sapore molto simile a quello del pane appena sfornato.
Il fusto dell’albero può raggiungere un’altezza davvero ragguardevole (fino ai 20 metri).

E sempre per restare nella foresta, alcuni degli ananas più dolci al mondo crescono nel rigoglioso entroterra di Moorea, dove è possibile visitare anche una fabbrica di succhi.
Il fertile terreno di Huahine permette di coltivare con facilità, oltre che la vaniglia, anche meloni, banane e angurie, (di queste ultime, in Polinesia francese ne vengono prodotte 900 tonnellate all’anno).
Da provare anche i lichti, che crescono soprattutto sulle Isole Australi, dove beneficiano del clima più fresco.
Non mancano poi le palme da cocco, su cui si pratica anche un curioso sport tradizionale, in cui viene dichiarato vincitore chi si arrampica più velocemente.