Vetro murrino, questo “conosciuto”

Il vetro ha storia antica, millenaria, durante la quale ha conosciuto molteplici usi, forme e tecniche, dalle sue origini in Siria alla sua diffusione nell’Impero romano, alle meraviglie settecentesche, al design contemporaneo.
Il vetro muranese nasce intorno al Mille, e nel XIV secolo la produzione è già ben avviata, nell’isola si contano almeno 12 vetrerie.

A metà del Quattrocento conquista la leadership, grazie anche al declino della produzione islamica, è il momento in cui Angelo Barovier inventa il vetro cristallino, e per tutto il Cinquecento è un fiorire di virtuosismi e forme bizzarre, con le decorazioni a mano volante (libera), incisioni a punta di diamante, il vetro ghiaccio, le filigrane, la leadership veneziana e muranese è indiscussa.

Nel Seicento i vetrai muranesi cominciano a viaggiare e a produrre all’estero, è il periodo dei vetri à la façon de Venise e succede anche come reazione alla crisi economica che colpisce Venezia, a causa della peste del 1630, e verso la fine del secolo della diffusione dei vetri boemi.

Nel Settecento la concorrenza è molto forte, nonostante la creatività veneziana e il vetro opalino, lattimo, calcedonio che nascono dall’inventiva muranese.
Per la rinascita si deve aspettare la metà dell’Ottocento, con strategie che uniscono il recupero di tecniche antiche al virtuosismo, alla fantasia, alla capacità di innovazione.

E’ in questo periodo che si impone il vetro murrino.
Le tecniche vetrarie conoscono, nei secoli, periodi di oblio e riscoperta, e anche questa ha radici antiche. I maestri indiscussi sono Giovanni Battista e Giacomo Franchini e Vincenzo e Luigi Moretti, padri e figli, con complesse composizioni e ritratti patriottici.

La definizione di vetri murrini, ripresa da Plinio il Vecchio, si deve all’abate Vincenzo Zanetti, figura fondamentale nella rinascita dell’arte vetraria e anche nella nascita nel Museo del Vetro di Murano, nel 1861, che conserva nel suo percorso espositivo il racconto della storia antica e moderna di questo straordinario materiale (e comprende un’intera sala dedicata alle murrine)

La tradizione del vetro murrino continua ancora oggi.
Con le murrine figurative di Mario e Antonio dei Rossi, il padre dal 1989 con riproduzioni di famose opere d’arte (sua la murrina, nella foto, un ritratto di ragazza dal Pollaiuolo); il figlio ancora oggi con soggetti del mondo animale e vegetale, (suo il leone nella foto, diametro 3 cm).

La loro tecnica è quella della composizione a freddo: canne sottili (dette millefiori ) accostate fino a comporre il disegno, poi riscaldate e tirate fino a ridurre l’immagine a una spettacolare miniatura, e infine affettate.
La stessa tecnica di Luigi Moretti, che a fine Ottocento produsse un’incredibile serie di murrine con ritratti miniaturistici di famosi personaggi dell’epoca che gli diede fama mondiale.