Nepal, il regno degli dei

Visto così com’è, abbracciato alle vette più alte del mondo, non c’è da rimanere meravigliati se il Nepal è considerato come il regno in cui gli dei si confondono con i mortali: è qui infatti che si trova la catena dell’Himalaya, conosciuta dai nepalesi come la “dimora degli dei” con la sua cima più alta, l’Everest, che i nepalesi chiamano Sagarmatha, e che identificano come “colei la cui fronte tocca il cielo”.
Ma non solo, dagli sherpa, che ogni giorno salgono lungo le sue pareti sfidando la morte, la vetta dell’Everest è conosciuta anche come il dio Chomolungma, un dio che cavalca un leone delle nevi.

La magnificienza del monte Everest, Sagarmatha, “colei la cui fronte tocca il cielo”

L’Everest e le cime che lo circondano, fanno parte del parco che i nepalesi hanno chiamato come la vetta del mondo, appunto “Sagarmatha”, un parco voluto dallo scalatore Edmund Hilary, l’uomo che per primo raggiunse la vetta dell’Everest, il 19 luglio 1976 e diventato, nel 1979, parco Nazionale Patrimonio dell’Umanità Unesco.
E ancora, è tra queste alte montagne, sempre coperte di neve, che vi è il Gauri Shankar, la dimora di altri due dei, Shiva e di Parvati.
In Nepal la spiritualità si respira ovunque e non è necessario essere una persona particolarmente credente per apprezzare la bellezza di edifici sacri che raccontano, scolpita nella pietra, nel legno e nell’oro, la storia di una cultura antichissima, una terra che vanta una immensa quantità di templi, di stupa, di palazzi e di tradizioni religiose e che fa sognare da sempre viaggiatori da tutto il mondo.

Chi vuole infatti intraprendere un viaggio nel “Paese degli Dei”, alla ricerca di quella dimensione di pace e spiritualità, che solo questi luoghi sanno donare, non può che recarsi nella valle di Kathmandu, permeata da una grande quantità di complessi religiosi, dove buddhismo tibetano e hinduismo indiano hanno trovato una dimensione di pacifica convivenza.
Ma anche i villaggi dell’intero Paese preservano le antiche tradizioni e lo stile di vita del passato e lasceranno il segno.

Kathmandu

La città di Kathmandu, in particolare, è il risultato di diverse culture e stili di vita, una lunga storia di fede e credenze, di arte e architettura: più che una semplice città, Kathmandu è un museo vivente, un’opportunità per scoprire l’incomparabile patrimonio architettonico costituito da centinaia di templi hindu e luoghi sacri buddhisti.
Tra gli altri, arroccato su una collina nella periferia a nord-est della capitale nepalese, da vedere è il Kopan Gumba è uno dei monasteri più popolari del buddhismo tibetano: oggi è un punto di riferimento internazionale per chi desidera studiare buddhismo e meditazione, dove, circondati dalla pace e dal silenzio, è possibile ammirare la bellezza degli edifici e delle opere d’arte racchiuse nel monastero, percorrendo, in senso orario, il perimetro degli otto stupa e far girare quelle che i nepalesi chiamano, “le ruote delle preghiere”.

Lo stupa della pace

Sempre nella valle attorno a Kathmandu si trovano anche il tempio buddista Swayambhunath, altrimenti noto come il tempio delle scimmie; il Boudhanath, gigantesca stupa buddista; e poi i luoghi dedicati alla cremazione nel tempio di Pashupatinath.
E poi, a dominare la valle di Katmandu, lo stupa di Boudhanath, alto ben 36 metri, uno dei siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e cuore del buddhismo tibetano nel Paese: ogni parte dell’edificio possiede un significato simbolico, a cominciare dalla torre a cono con tredici anelli, che rappresenta la Bodhi, il sentiero dell’illuminazione per raggiungere il nirvana.

Monastero di Thrangu Tashi Yanste

E ancora, sulla collina di Namobouddha, vicino ad una fitta foresta, si trova il magnifico Monastero di Thrangu Tashi Yanste, un ampio complesso monastico legato al buddhismo tibetano, con scintillanti tetti dorati dalle linee curve.
E per restare alla spiritualità, da non perdere assolutamente nel corso di un viaggio in questo straordinario Paese, è il Tempio di Changhu Narayan,  importante luogo di fede induista, arroccato sulla cima di uno stretto crinale e dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: l’edificio è costruito nello stile delle pagode a due piani e presenta coppie di animali mitologici su ogni lato e le travi sono ornate da sculture straordinariamente elaborate raffiguranti varie divinità tantriche. La statua all’interno raffigura Vishnu nella sua incarnazione di Narayan.

Budhanilkantha Temple, situato a Budhanilkantha, è un tempio indù all’aperto dedicato a Sri Visnu.

Da non perdere nemmeno il Tempio di Budhanilkantha, situato ai piedi delle colline Shivpuri nella parte più settentrionale della valle di Kathmandu, dista circa 8 km dalla città. Il santuario possiede probabilmente la più grande statua in pietra di Lord Vishnu in Nepal, adagiato su un letto di naga o serpenti, nel mezzo di un piccolo stagno. L’immagine di granito lunga 5 metri è scolpita in un unico colossale blocco di pietra, risalente al periodo Lichchhavi.

Ruote della preghiera buddista allo Stupa di Swayambhunath, a Kathmandu

L’intero territorio nepalese si può dividere in tre fasce distinte, quella pianeggiante, lungo tutto il confine meridionale con l’India, ampia in media appena 20 chilometri; quella centrale, occupata da zone collinari e di media montagna man mano che ci si inoltra nel territorio e quella settentrionale, data dalla più alta catena montuosa mondiale, l‘Himalaya.
Il Paese ha un contorno approssimativamente rettangolare con una lunghezza massima di circa 850 chilometri e una larghezza mai superiore a 250 e occupa la sezione centrale dell’ampio versante meridionale dell’Himalaya, tra i fiumi MahāKālī e Tista.
Lungo i suoi confini, in particolare verso la Cina, si trovano 8 delle 14 cime del Mondo che oltrepassano gli 8.000 metri d’altezza, a partire dal tetto del mondo, l’Everest, 8.848 metri, la cui vetta si trova sul confine cinese. Dopo il K2, la seconda montagna dopo l’Everest che si trova però nella catena del Karakorum, tra Cina e Pakistan, in Nepal vi sono altre sette montagne di oltre 8 mila metri, a partire dal Kangchenjunga (8.586 m.), sul confine orientale con l’India; il Lhotse (8.516 m.); il Makalu (8.485 m.); il Cho Oyu (8.201 m.), fra Nepal e Tibet e infine, completamente in territorio nepalese, il Dhaulagiri (8.167 m.); il Manaslu (8.163 m.) e l’Annapurna (8.091 m.).

Namche Bazar distretto di Khumbu, ai piedi dell’Everest

Disteso come detto ai piedi della catena dell’Himalaya, il Nepal, terra di straordinari paesaggi e antichi templi, è un Paese economicamente povero, ma altrettanto ricco di storia e cultura, che ha sempre esercitato un grande fascino nell’immaginario degli occidentali, a partire dalla sua capitale, Katmandu.
Una volta atterrati, la città è per molti un’esperienza stra­biliante: un vero e proprio caleidoscopio di immagini, suoni e odori, soprattutto nel traffico della città vecchia, davanti alla meraviglia dei templi medievali, una città che può risultare al contempo ine­briante, sorprendente ed estenuante.

I resti di un tempio abbattuto dal terribile terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015

Il terribile terremoto del 25 aprile 2015 di magnitudo locale 7,8 con epicentro a circa 34 km a est-sud-est della città di Lamjung, ha causato più di 8 000 morti e ha distrutto diversi dei templi in Dur­bar Sq, sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ma mol­te zone ne sono uscite indenni.
In questo contesto, assolutamente da non perdere, una visita a quel che resta della torre di Bhimsen, divenuta il simbolo del terremoto: al momento del crollo le macerie sono pio­vute su strade e negozi pieni di gente e sono morte 180 persone, molte delle quali erano salite in cima alla torre per ammirare il pa­norama. Oggi resta solo la base, come infor­male memoriale del disastro.
Passeggiando senza meta fra le stradine secondarie della città, il suo patrimonio cultura­le e artistico senza tempo si rivela con templi nascosti rico­perti di tageti, cortili zeppi di riso e peperoncini appesi a es­siccare, e minuscoli laboratori.
Ma c’è anche altro da vedere. Nella regione del Terai, gli amanti della natura, dell’avventura e del bird watcher possono vivere un’esperienza incredibile: siamo nel Chitwan National Park, una delle riserve naturali più importanti e ricche d’Asia in cui poter ancora osservare una natura incontaminata, un luogo affascinante e di grande suggestione.
Qualsiasi sia il mezzo scelto per esplorare questo posto incredibile, si è sempre circondati da una fauna davvero incredibile e da moltissime specie protette: rinoceronti indiani, cervi, scimmie, 450 specie di uccelli e, se si è fortunati, anche leopardi, elefanti selvatici, orsi labiati e la maestosa tigre reale del Bengala, un’occasione unica e indimenticabile.

Una straordinaria immagine di una tigre del Bengala fotografata al Chitwan National Park

E, ancora, il coccodrillo gaviale, animale dall’aspetto insolito, con il muso sottile e allungato, predatore specializzato nella cattura di pesci di fiume e l’orso labiato (bhalu) dal pelo ispido e nero, con artigli molto lunghi, abile nell’arrampicarsi sugli alberi.
Nel parco, per vivere una straordinaria avventura, come dei veri Maharaja, ci si può addentare nella giungla a dorso di un elefante, un’esperienza unica e la migliore per non spaventare gli animali e avere così la possibilità di avvistarli nel loro habitat e i safari, organizzati con elefanti addomesticati attraversano la fitta phanta lungo il fiume Rapti, dove rinoceronti e cervi sono soliti cibarsi, ed è proprio sulle sponde del fiume che si può tra l’altro assistere al bagno degli elefanti.
Il Nepal è un luogo incantevole, sicuro e speciale, dove poter ritrovare l’armonia tra corpo, mente e spirito.