Oman, emozioni e ricordi

Un viaggio in Oman lascia ricordi indelebili, per il fascino delle sue città; della sua natura, con il suo mare e le sue montagne; per la sua archeologia e per la disponibilità dei suoi abitanti: raccontare l’Oman può essere un’impresa, tanta è la difficoltà di scoprire da dove cominciare il racconto, un racconto che potrebbe tuttavia partire dal profumo dell’incenso e proseguire seguendo la brezza dell’Oceano.
Ma si tratta comunque di un racconto inframmezzato da una serie di flashback, immagini di momenti vissuti giorno dopo giorno e rimasti fissati nella memoria come se si trattasse di una pellicola fotografica.

Come correre in auto lungo splendide spiagge di sabbia facendo sollevare in volo centinaia di uccelli; oppure, sempre su queste bellissime spiagge, cercare di evitare di calpestare le migliaia di granchi che spesso escono da mare per raggiungere la terra ferma; o ancora, sempre per restare al mare, assistere all’arrivo di decine di tartarughe che escono dall’acqua per andare a depositare, tra la sabbia della riva, le loro uova.

Incredibile poi, la sensazione che si prova camminando, in uno straordinario silenzio, tra gigantesche dune di sabbia bianca, per poi scoprire, improvvisamente, un’oasi di palme da datteri o incontrare un solitario cammello che sta rientrando al suo recinto.
E come dimenticare la notte, trascorsa sotto un cielo stracolmo di stelle che illumina a giorno il deserto, così come scoprire la cucina locale, un mix di sapori e di contaminazioni esterne che la rende unica.

Muscat

Terra di leggendari avventurieri, teatro di fiabe da Mille e una notte, residenza di principi e ricchissimi commercianti, il Sultanato dell’Oman è situato nella porzione sud-orientale della penisola arabica, ha un’estensione poco più grande dell’Italia con i suoi 309.500 km²  e conta circa 4 milioni di abitanti, Muscat ne è la capitale.

Grande Moscheadel Sultano Qaboos

E un viaggio in Oman potrebbe proprio partire, prima di “perdersi” tra deserto, montagne e mare, proprio dalla sua capitale Muscat, città dal fascino autentico e caratterizzata dalla tipica architettura araba che con i suoi tenui color sabbia e bianco, fa da sfondo ai tre grandi forti e alla grande Moschea del Sultano Qaboos, per ammirare, tra l’altro, anche il più grande tappeto mai realizzato al mondo: 4200 metri quadri che rivestono interamente il pavimento della sala della preghiera.
Punto di incontro tra l’Asia e l’Africa, l’Oman è un Paese montuoso, circondato da deserti, che si affaccia sull’Oceano Indiano e sul Mar d’Arabia, con climi diversi, temperato, desertico e tropicale.

Quasi fosse sospeso nel tempo, questo affascinante Paese si apre al moderno con un occhio di riguardo per le proprie tradizioni: sport estremi e animati suq, lussuosi resort con moderne SPA e strutture di prim’ordine, convivono con antiche fortezze e con le tradizioni dei popoli del deserto, senza dimenticare che il Sultanato ospita diversi siti annoverati fra i patrimoni UNESCO.
E poi c’è tutto l’aspetto storico e culturale, con una storia tutta sua e diversa da quella degli altri Paesi del Golfo e una cultura fatta di contaminazioni esterne che hanno reso l’Oman un Paese unico al mondo e che, proprio per questo, è in grado di attirare sempre più turisti, nonostante non sia propriamente una meta low cost.

Non esiste stagione dell’anno in cui non ci si possa andare, neppure quando fa caldo – e si superano facilmente anche i 40 gradi – ed è impossibile andare nel deserto o quando inizia la stagione dei monsoni, che colpiscono le coste meridionali dove si trovano alcune delle località di mare più famose: il Paese è talmente vario che offre sempre e comunque un’alternativa, spiagge quando fa caldo nel deserto, e montagne di oltre duemila metri quando piove al mare.
E per restare al mare, non si può non citare la spiaggia di Salalah, senza dimenticare anche quella di Mughsail, universalmente riconosciuta questa come il miglior tratto sabbioso dell’Oman

Un’immagine delle isole Daymaniyat

Il mare, con la sua fascia costiera si estende per ben 3.165 km, costeggiando il Mare dell’Oman, il Mar Arabico e lo stretto di Hormuz, con un’incredibile, ricca varietà paesaggistica, da spiagge di sabbia bianche o rosa, a volte addirittura quasi rosse, sino a coste rocciose e poi baie, isole e lagune.
Tra le località più note per le immersioni nelle acque cristalline che bagnano il Paese, la riserva naturale delle isole Daymaniyat, a nord di Muscat. Circondato in parte dalla barriera corallina, questo parco marino protetto, comprende nove isole disabitate.

“Ingresso” alla porto della cittadina di Sur: in primo piano un dhow, classica imbarcazione dei pescatori

Un’altro luogo per vivere il mare dell’Oman, è il grazioso villaggio di Sur: è un centro tradizionale per la costruzione dei dhow, le tipiche imbarcazioni del Sultanato. Nelle sue vicinanze, da non perdere la visita di Ras al Hadd, l’estrema punta orientale del Paese, nel punto in cui le acque del golfo dell’Oman si uniscono a quelle del mare arabico. Qui, la spiaggia è famosa in tutto il mondo, insieme alla vicina Ras al Jinz, per le tartarughe verdi che, tra settembre e novembre, vengono a migliaia, a deporvi le uova. Dopo circa due mesi, i piccoli riemergono dalla sabbia e si precipitano verso il mare. Uno spettacolo davvero emozionante che si può ammirare la mattina presto o la sera tardi.

La vetta del Jebel Shams, “La Montagna del Sole”

Da non perdere nemmeno la penisola di Musandam, nota come la regione dei “fiordi d’Arabia”: altissime falesie si tuffano a picco nel mare creando paesaggi insoliti e maestosi.
E poi le montagne, che rappresentano una parte importante dell’ambiente geografico omanita e ospitano una variegata presenza floreale e faunistica: la vetta del Jebel Shams, “La Montagna del Sole”, che culmina a 3.009 metri, è considerata il punto più alto dei Monti Hajar ed è chiamata così per essere il primo punto toccato dal sole che sorge.
Sempre per restare alle montagne, nella regione di Ad Dakhiliyah, spicca Jebel Akhdar, “La Montagna Verde”, alta quasi tremila metri, conosciuta per il suo vasto altopiano, ricca di alberi da frutto come albicocchi, peschi, fichi, vigne, meli, peri, mandorli, noci e piante di zafferano.

Grandi dune bianche nel deserto di Rub’ Al Khali

Senza ovviamente dimenticare il deserto: ecco Rub’ Al Khali, il secondo deserto sabbioso più grande al mondo, che può essere la soluzione più adatta per una notte in perfetto stile omanita, magari per campeggiare tra le sue dune, dormendo in tenda: “Rub’ Al Khali”, “Il quarto vuoto”, dove il “quarto” è inteso come “quarta parte” dopo cielo, terra e mare.
E ancora, non lontano dal mare, ecco anche le dune sabbiose del più famoso deserto omanita: Sharqiyah Sands, il deserto che si estende da nord a sud del Paese.
E poi potrà sembrare piuttosto strano, ma in Oman vi sono anche numerosi castelli, alcuni dei quali hanno subito l’influenza portoghese durante il periodo di occupazione durato oltre 150 anni.

Piantagione di incenso – le lacrime degli Dei – nella regione del Dhofar

Senza dimenticare che proprio dall’Oman, dalla regione del Dhofar che partiva la Via dell’Incenso, oggi dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.
Questa antica strada non ha visto transitare solo merci, ma anche scienza, cultura e leggende e proprio da questa parte dell’Oman, più di duemila anni fa, iniziò a scorrere un fiume di fragranza che ha imbevuto intere civiltà.

Palline di incenso

L’aroma dell’incenso, conosciuto anche come  “le lacrime degli dei”, è prodotto dalla resina della Boswellia sacra, una pianta dalle foglie spesse e dure come il cuoio: per rendersi conto di come nascono i grani d’incenso, bisogna andare a Wadi Dawkah, uno dei più estesi boschi di Boswellia di questa regione, una distesa arida dove crescono arbusti centenari. Per estrarre le “lacrime degli dei” si pratica un’incisione nella corteccia da cui esce una linfa lattiginosa bianca: è l’incenso bianco, il più puro e pregiato.
La produzione, ancora oggi, viene convogliata a Sumhurum, l’Abyssopolis dei Romani. È la città in cui, secondo la leggenda, viveva la regina di Saba, con le sue ricchezze custodite in magazzini straripanti, protetti come caveau, dove i mercanti di incenso caricavano le carovane e le imbarcazioni in partenza verso l’India e l’Egitto.
Noto da tempo, tanto che nella medicina ayurvedica è spesso utilizzato per il trattamento di ferite o patologie infiammatorie, l’incenso, tra l’altro, combatte le rughe ed è un buon astringente, oltre ad avere una funzione antibatterica: una volta acceso, i suoi fumi purificano l’ambiente, eliminando eventuali batteri rischiosi per la nostra salute.

Parco archeologico di Albaleed

Nel parco archeologico di Al Baleed, dove si trovano le rovine dell’antico porto commerciale di Zafar, o il sito di Khor Rori, una grande insenatura separata dal mare da una striscia di sabbia, ieri si affollavano i mercanti, oggi nidificano cicogne e fenicotteri.