Fakarava
l’isola “Bleu Matisse”

Narra una leggenda che le isole della Polinesia Francese furono create da un enorme branco di pesci.
Un giorno il dio Ma.u.i navigava sull’Oceano insieme ai suoi fratelli per una battuta di pesca, una pesca che non portava tuttavia alcun pesce nella rete: la noia fece così addormentare i suoi fratelli. Ma.u.i invece, fiducioso, iniziò a cantare per ritrovare energia, sino a che ad un tratto senti uno scossone, un forte scossone alla lenza. Allora svegliò i fratelli e tutti insieme, a prezzo di grande fatica, alla fine riuscirono a portare a galla quello che credevano essere un grosso pesce.
In realtà si trattava di un’isola.

Nel frattempo, altri pesci che erano rimasti intrappolati, riuscirono a liberarsi e a fuggire in mare.
Secondo la leggenda è da quel giorno che le isole della Polinesia ebbero origine, spargendosi per quell’immensa area dell’Oceano Pacifico detta oggi “Moana Nui”.

Rotoava

La Polinesia, una collettività d’Oltremare della Francia, 118 isole remote, tropicali, lussureggianti, 67 delle quali abitate, situate nell’Oceano Pacifico del Sud, disposte su un’area che si estende per migliaia di chilometri, suddivise in cinque arcipelaghi: Australi, Gambier, Marchesi, Tuamotu e le isole della Società, suddivise queste ultime in  due gruppi, le isole Sottovento e le isole Sopravento.
Ed è proprio in questo arcipelago che si trovano forse le più famose delle isole polinesiane, il sogno nel cassetto di tanti viaggiatori: Tahiti, Moorea, Raiatea, Bora Bora, Tahaa.
Noi però oggi, con un volo di oltre 25 ore – tra viaggio effettivo e scali intermedi – andiamo a conoscere un’isola altrettanto meravigliosa, anche se non così famosa: Fakarava, nell’arcipelago delle Tuamotu, arcipelago che, partendo a nord dall’atollo di Mataiva si estende verso sud, per oltre 1500 chilometri, sino alle isole di Maruia Est, Marutea Sud e Fangataufa, isola quest’ultima che per trent’anni, dal 1966 al 1996, è stata usata, insieme all’atollo di Moruroa come poligono di tiro per armi nucleari francesi.
Le Isole Tuamotu formate da 77 atolli, rispecchiano in tutto e per tutto, la loro straordinaria  reputazione: situate ai confine del mondo, sono un vero Eden, con piantagioni di cocco che coprono i motu, gli isolotti della barriera corallina, la bellezza cristallina delle lagune e l’esclusivo mondo sottomarino che ne fanno un gruppo di isole uniche nel loro genere.

Fakarava (che significa “bellissimo” o “che rende le cose splendide”
), è, in effetti, bellissima sia dentro l’acqua che fuori: acque cristalline, un mondo sottomarino ineguagliabile, coralli fluorescenti, acqua calda e piacevole, spiagge strepitose. Un boccaglio e una maschera sono sufficienti per innamorarsi di questa meraviglia dell’oceano.
Fakarava è il sogno dei sub di tutto il mondo: enormi coralli, banchi di migliaia di pesci, miriadi di squali vicino alle passe (gli “ingressi” dell’oceano nella laguna), un brivido sconvolgente, un sogno che si fa realtà.

C’è una purezza nella laguna e nella tranquilla eleganza della fauna marina che mette in mostra la sua vita nei bassi fondali, vicino alla riva, come se, ogni volta che la si osserva, la si vedesse e la si sentisse per la prima volta.
In particolare, le due “pass” dell’isola, Garuae e Tumakohua, la prima a nord, la più grande dell’intera Polinesia, con un’apertura di quasi 800 metri e la seconda, Tumakohua, a sud, offrono alcune delle migliori immersioni dei cinque arcipelaghi polinesiani.

Appostandosi a Garuae, la cui profondità dell’acqua raggiunge un massimo di 30 metri, è possibile incontrare una grande quantità di grandi pesci oceanici che si accostano alla laguna trasportati dalla corrente; mentre la pass di Tumakohua, raggiungibile in un’ora di navigazione dal villaggio principale, è più stretta e presenta correnti meno forti e fondali meno profondi. E’ quindi indicata anche per i subacquei meno esperti, pur offrendo un straordinaria varietà di vita sottomarina.

Sono la nostra estate e l’autunno, i momenti migliori per godere appieno della vita di Fakarava: nelle due pass ad esempio, da luglio a ottobre, è possibile incontrare decine di mante; da maggio a giugno, è il momento degli squali grigi; da novembre ad aprile, ecco gli squali martello e le razze leopardo; tra maggio e giugno, si può ammirare la riproduzione delle cernie e poi, tutto l’anno, sono possibili straordinari incontri con banchi di barracuda, tartarughe, squali d’alto mare, delfini e migliaia di altri pesci, uno più straordinario dell’altro.

Tetamanu Pass

Ma c’è anche un “fuori dall’acqua”: la vita nei piccoli villaggi, con le loro strade fiancheggiate da buganvillee, luminose chiese di corallo, pittoresche abitazioni, panetterie, caffetterie e ristoranti sembrano librarsi sulle acque.
La fauna di terra è, anche in questo caso, decisamente degna di nota e comprende rare specie endemiche protette: l’atollo figura come un ambiente vergine unico nel suo genere e l’isola è stata dichiarata riserva naturale UNESCO per la biosfera e la ricchezza del suo ecosistema. Uno degli scopi di questa riserva è quello di unire la conservazione delle risorse naturali e lo sviluppo dell’uomo in modo armonioso (ricerca, sorveglianza, formazione ed educazione della gente locale).

Tra i visitatori di Fakarava, anche il famoso pittore francese Henri Matisse , morto nel 1954, il quale dopo un breve soggiorno avrebbe detto che: “i colori che si possono ammirare a Fakarava, sono stati creati per rendere libero l’uomo”.
L’artista trascorse tre mesi a Tahiti nel 1930 e visitò anche Fakarava, dove fu colpito dalle infinite sfumature di blu della laguna. Questa scoperta fu talmente unica che diede vita ad una nuova fase nel percorso artistico di Matisse, con il famoso “Bleu Matisse”.

Un viaggio in Polinesia, a Fakarava in particolare, è legato al mare, ma non mancano tuttavia nemmeno escursioni a terra: accanto alla passe di Tamakohua ad esempio, splendido è l’antico villaggio di Tetamanu e da non perdere è la visita ad una delle prime chiese cattoliche costruite in Polinesia e realizzata in corallo nel 1874, con lampadari di madreperla. Senza dimenticare una visita ai famosi vivai di perla nera.

Le sabbie rosa a Tetamanu

Non solo: volendo, con escursioni organizzate sul posto, è possibile anche visitare le altre isole dell’atollo, per ammirare paesaggi paradisiaci, motu disabitati e lagune nelle lagune.
Nessun problema per il cibo: la scelta è vasta e, nonostante tutto non è necessario spendere grosse cifre per mangiare. Se si vive in un appartamento è possibile cucinare a casa: i generi alimentari non mancano, pesce e carne hanno ottimi prezzi e il livello di igiene è ottimo.

Snack Kori Kori

Non ci sono grandi ristoranti a Fakarava: si trovano però localini molto graziosi, con terrazze sulla laguna, come lo snack-bar Teanuanua (“arcobaleno” in polinesiano), situato nel villaggio di Rotoava, nei pressi della passe Garuae.
Un altro locale particolarmente piacevole è il Kori Kori, nella sua semplicità riesce a regalare bellissimi momenti per gustare anche solo un cocktails in completa pace. La caratteristica del locale è tuttavia il panorama: mozzafiato, sembra di stare sopra un enorme acquario. Durante il pranzo puoi vedere nuotare nell’acqua cristallina, a pochi metri, squali, razze e tantissimi pesci.

Tra i 17 mila e i 20 mila chilometri la distanza che corre tra Roma e l’aeroporto di Tahiti, dove giungono i voli internazionali poi, per spostarsi tra gli arcipelaghi, è necessario ricorrere a quelli considerati “voli Interni” con gli aerei di Air Tahiti.

Le perle nere

Tuttavia si può arrivare in Polinesia anche viaggiando verso Est, con Emirates / Air New Zealand con scalo a Dubai oppure a Hong Kong e/o Auckland.
In genere un viaggio in Polinesia Francese non è solo una vacanza tra spiagge e isole idilliache, ma è un viaggio alla scoperta di una cultura ancestrale dalle tradizioni millenarie e ad occuparsi di tutto, dell’organizzazione di volo e soggiorno, sono tour operator o agenzie particolarmente preparate e, diciamolo subito, i costi  non sono certamente alla portata di tutti, anche perché per un viaggio di tre giorni tra andata e ritorno, necessita di una sosta di almeno una settimana.

Tuttavia, volendo, si può anche fare da soli: cercarsi un volo – e se ne possono trovare anche di economici – e, sempre attraverso Internet o rivolgendosi al sito “Tahiti Tourisme”, si possono trovare e contattare direttamente hotel e resort, oppure e ce ne sono di disponibili e a prezzi più contenuti, anche pensioni famigliari.
In qualunque caso, vale comunque un consiglio: è necessario organizzarsi per tempo, anche alcuni mesi prima del viaggio, questo nel tentativo, che a volte riesce, di trovare voli a prezzi più contenuti.